Professione e Mercato

A Bologna risultati soddisfacenti. Ora va migliorata l’offerta formativa

di Enrico Sangiorgi

La laurea professionalizzante in Ingegneria meccatronica dell’Università di Bologna è nata da una collaborazione di stakeholder quali Confindustria Emilia area Centro, Collegio dei periti industriali e alcuni Istituti tecnici superiori, che hanno avuto voce in capitolo nel progettare l’impianto formativo e che giocheranno un ruolo chiave in più momenti del percorso, dal coinvolgimento in vari momenti della didattica, al supervisionare l’attività degli studenti in un corposo tirocinio in azienda previsto in preparazione della tesi.

L’iniziativa è simbiotica con il piano nazionale “Industria 4.0”, che ha l’obiettivo di portare a una produzione quasi integralmente basata su un utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate a internet.

Nel suo primo anno di attivazione la nuova laurea ha raccolto 47 iscrizioni su 50 posti disponibili. I candidati sono stati selezionati mediante il test on line Tolc-I da tempo sperimentato sui percorsi tecnico-scientifici.

Siamo soddisfatti di questo primo risultato, tenuto conto della novità del percorso, del breve tempo a disposizione per informare compiutamente studenti e famiglie, e del quadro normativo ancora in evoluzione che può avere scoraggiato un’adesione più massiccia da parte degli allievi.

In particolare, la nuova laurea è partita all’interno della cornice normativa tradizionale delle classi di laurea triennale, ma pochi mesi fa il Consiglio universitario nazionale (Cun) ha licenziato la proposta di istituzione delle nuove classi di laurea professionalizzante, tra cui quella delle Professioni tecniche industriali e dell’informazione. Auspico un veloce iter che porti all’adozione di questa proposta che ci permetterà di identificare meglio la nostra offerta formativa e, al contempo, di lanciare un messaggio più chiaro ed efficace ai giovani e alle loro famiglie.

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