Professione e Mercato

Portafoglio delle Casse private: sempre più fondi e meno case

Il valore degli immobili direttamente posseduti è sceso da 11,5 miliardi a 4,4 miliardi in valori assoluti e, in termini percentuali, dal 17,6% al 4,8

di Federica Micardi

Gestione sempre più esternalizzata per il patrimonio della Casse di previdenza dei professionisti, affidata ai fondi comuni per il 49,4% delle attività. Si tratta di un patrimonio che, a fine 2019, ha raggiunto i 96 miliardi di euro (era di 65,6 miliardi nel 2013).
Tra i fattori che spiegano questo aumento, che tra il 2018 e il 2019 è stato di 9 miliardi c'è un saldo previdenziale positivo per 20,6 miliardi tra il 2013 e il 2019.
Nella politica di riduzione del rischio nel tempo si sta assistendo a una riduzione del patrimonio immobiliare di proprietà delle Casse e ad un aumento dei fondi comuni di investimento. Nei sette anni considerati dal V Rapporto sugli enti di previdenza privati, curato dalla Fondazione studi dell'Adepp - l'Associazione che rappresenta le Casse di previdenza dei professionisti - che sarà presentato oggi pomeriggio, il valore degli immobili direttamente posseduti è sceso da 11,5 miliardi a 4,4 miliardi in valori assoluti e, in termini percentuali, dal 17,6% al 4,8. In valore assoluto, gli investimenti in immobili, sono rimasti costanti negli anni, il capitale investito in fondi immobiliari ammonta nel 2019 a 14,8 miliardi, il doppio rispetto al 2013. È però calato molto il loro peso in termini percentuali dell'attivo: il totale degli investimenti immobiliari è passato dal 29,7 al 21,2 per cento.
Piacciono sempre di più i fondi di investimento mobiliare, che assorbono il 29% dell'attivo (era il 25,6% nel 2018 e il 12,6% nel 2013); percentuale che sfiora il 50% se si considerano tutti i fondi comuni.
Ammonta a 36,25 miliardi il capitale delle Casse investito in obbligazioni, se si considera anche la parte inclusa nei fondi mobiliari; la parte del leone la fanno sempre i titoli di Stato che nel 2019 valgono 15,1 miliardi (è di 7,8 miliardi la parte relativa ai Btp italiani ), il loro peso in termini percentuali sta invece calando, è passato dal 19,7% al 13,6 per cento.
Per compensare il calo dei rendimenti sta crescendo negli ultimi anni l'investimento in azioni, che nel 2019 ammonta a 16,3 miliardi, di cui 7,7 miliardi di investimento diretti; in termini percentuali si è passati dal 9,8% del 2013 al 17,5% dello scorso anno.
Prosegue anche nell'ultimo anno il passaggio da una a gestione diretta a una gestione indiretta, quest'ultima era pari al 24,9% nel 2013 e ora è del 49,4 per cento. Secondo il Rapporto Adepp la gestione tramite Oicr/Oicvm sta acquisendo un peso sempre maggiore grazie alla semplificazione della gestione dell'investimento. Resta praticamente costante la gestione indiretta tramite intermediari specializzati, che vale 16,6 miliardi e rappresenta il 18% della gestione totale (era il 19,3% nel 2013).
Il 46,2 % dell'attività gestita direttamente è rappresentato dai titoli di Stato ( 28,5%) e dalla la liquidità (17,7%). Da segnalare che i titoli di Stato hanno una particolare rilevanza anche nella gestione indiretta, dove rappresentano il 39,5%.
Il V Rapporto sugli investimenti analizza nel dettaglio anche il capitale impiegato in Italia, gli investimenti domestici rappresentano il 38%, se però si sommano anche la liquidità (che rappresenta il 7% del patrimonio), le polizze assicurative e le altre attività la percentuale sale a 53. La voce più rappresentata tra gli investimenti esteri - pari al 47% - sono i fondi di investimento mobiliare che valgono 25,3 miliardi su un totale di 46.
Cresce l'attenzione delle Casse verso gli investimenti sostenibili cosiddetti Esg (Environmental, social, governance), che a fine 2019 hanno attratto circa 8 miliardi di investimenti (alcuni enti in Esg hanno messo l'80% del capitale investito).
Il Rapporto si conclude con una dettagliata analisi dell'impatto della tassazione, un tema annoso che vede trattate le Casse alla stregua degli investitori speculativi, e dove la leva fiscale è stata utilizzata poco e male per orientare gli investimenti.

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