Professione e Mercato

Aiuti più ampi ai professionisti dal Fondo Pmi e dalle Regioni

di Flavia Landolfi

La parola chiave è liquidità: risorse da immettere subito nelle tasche dei professionisti per provare ad arginare la falla economica da coronavirus. La prima leva di credito sollecitata dal Governo nel Dl Cura Italia è il Fondo di garanzia per le Pmi, che con un’iniezione di 1,5 miliardi ha esteso i benefici delle garanzie statali sui finanziamenti aprendo le porte, con prestiti fino a 3mila euro per 18 mesi meno un giorno, a «persone esercenti attività di impresa, arti e professioni».

Un’estensione che tira dentro al Fondo anche i professionisti non ordinistici ed esclusi anche dagli elenchi del Mise ex legge 4/2013. Perché il Fondo di garanzia per le Pmi era già aperto agli ordinistici con una procedura agevolata (senza valutazione del merito creditizio) per i prestiti fino a un massimo di 25mila euro: in questo caso, peraltro, la garanzia pubblica applicata è tarata sul tetto massimo dell’80 per cento. Per tutte le altre operazioni la soglia massima di finanziamento è stata portata a 5 milioni.

La conversione in legge del Dl però potrebbe cambiare ancora le carte: il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni ha presentato alcuni emendamenti per rafforzare l’inclusione nel Fondo alzando per tutti la soglia da 3 a 25mila euro. « Le Pmi e i professionisti appartenenti a qualsiasi settore di attività economica, con la sola esclusione di quelli finanziario e assicurativo - dice Buffagni - possono trovare sponda nel fondo di garanzia dello Stato che solo a marzo ha visto oltre 11mila richieste con un incremento del 37% e che è pronto a sostenere interventi per potenziali 50 miliardi di nuova liquidità nei prossimi 9 mesi. Il Governo sta facendo il possibile, ora anche le banche devono fare maggiormente la loro parte».

Il Fondo Pmi

Le novità già operative sono quelle delle semplificazioni: cancellate le commissioni di ingresso, via i costi delle garanzie, stop alla valutazione del merito creditizio, avanti tutta con l’autocertificazione recante dichiarazione di danni da Covid-19.

Non è un mistero che storicamente il mondo professionale abbia avuto una scarsa dimistichezza con lo strumento delle garanzie statali per l’accesso al credito: nel 2019 contro 84mila aziende che hanno fatto ricorso al sistema delle garanzie statali solo 284 professionisti ne hanno beneficiato.

Le Casse

Ad andare in soccorso dei professionisti utilizzando la leva del Fondo ci sono anche le Casse professionali. «Stiamo perfezionando la costituzione di una sottosezione loan by loan per favorire l’accesso al credito dei nostri professionisti con garanzie dell’80% del Fondo che può essere portato al 90% nel caso di operatività con Confidi», dicono in Epap (l’ente di previdenza pluricategoriale).

Mentre l’Enpam annuncia che allo scadere delle garanzie del dl Cura Italia l’ente «continuerà a fornirle ai propri iscritti». Cassa forense, poi, lavora già prima dell’emergenza a una convenzione per farsi carico del 20% scoperto dalla garanzia per i prestiti degli avvocati. Per questa misura si parla di uno stanziamento di 5 milioni di euro. Infine la Cassa dei ragionieri ha già deliberato l’adesione al Fondo.

Le Regioni

Il territorio, nel frattempo, non sta a guardare. Alcune Regioni, tra cui la Lombardia, stanno mettendo mano al bilancio per reperire risorse da destinare agli autonomi. «Siamo pronti con alcune proposte da sottoporre alla Giunta in discussione nei prossimi giorni - dice Attilio Superti, vicesegretario del Consiglio regionale lombardo - tra queste oltre alla sospensione di tutti gli adempimenti, pensiamo a un rifinanziamento delle misure per l’accesso al credito attraverso i fondi Fesr e Fse».

Work in progress anche in Piemonte dove il governo regionale sta studiando misure per integrare con risorse interne il contributo statale di 600 euro. «Siamo ancora in fase di studio - dice Andrea Tronzano, assessore piemontese allo Sviluppo - ma l’idea è di rafforzare lo strumento attraverso risorse del Fse».

In Emilia Romagna è stato pubblicato un bando da 10 milioni a disposizione dei Confidi per abbattere i costi dei finanziamenti fino a un massimo di 150mila euro a favore di imprese e professionisti titolari di partita Iva e iscritti agli Ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali.

In Toscana, per il momento, due gli strumenti a disposizione degli autonomi: la cassa integrazione in deroga applicabile anche ai dipendenti degli studi professionali e le misure di sostegno al credito con prestiti fino a 50mila euro a tasso zero.

Il Lazio , infine, ha varato «Pronto cassa», un pacchetto di misure tra cui 55 milioni di euro per i finanziamenti sulla liquidità, attivi nella prima decade di aprile, e 10 milioni per l’estensione delle garanzie del Fondo Pmi. La Regione inoltre ha sospeso le procedure di rientro dei finanziamenti concessi a imprese e professionisti dai bandi regionali. «Una serie di misure - dice l’assessore allo Sviluppo del Lazio, Paolo Orneli -per sostenere la liquidità di imprese e professionisti».

Il fondo di garanzia per le Pmi

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