Giustizia

Più tempo per la riforma della magistratura onoraria: "Status quo inaccettabile"

I lavori della Commissione ministeriale sono stati prorogati al prossimo 21 luglio

di Francesco Machina Grifeo

Si allungano i tempi della Commissione ministeriale sulla magistratura onoraria. È stato infatti prorogato al prossimo 21 luglio il termine dei lavori a causa della "necessità di approfondire a livello tecnico trattamento e prospettive previdenziali del personale con una indispensabile interlocuzione con Inps e Ministero del Lavoro". La Commissione, con una nota firmata dal Presidente Claudio Castelli, rende noto che è comunque in corso "una interlocuzione con tutte le (numerose) associazioni sindacali e culturali di categoria". E che i lavori procedono "serrati e spediti e sono già approdati ad ipotesi di lavoro in fase di verifica". Infine, la Commissione auspica di non utilizzare "tutto il tempo della proroga giungendo al risultato richiesto prima della nuova scadenza".

A stretto giro la replica della Consulta della magistratura onoraria che in una lettera indirizzata alla Ministra Cartabia sottolinea le "gravissime problematiche che gravano su oltre 4.700 suoi componenti, divenute drammatiche a seguito della pandemia". La Consulta ricorda che la Commissione sta ormai lavorando dal 7 maggio scorso e che la notizia del differimento dei lavori ha provocato "sconcerto in tutta la categoria".

In particolare preoccupa la possibilità di una "proroga dello stato attuale di servizio, a cottimo e senza tutele". Secondo le toghe infatti non si comprendono le ragioni del rinvio considerato che la sentenza UX della Cgue, per una verso , quelle della Corte Costituzionale n. 267/2020 e n. 41/2021, per l'altro, hanno reso ormai "acclarata" la condizione giuridica dei magistrati onorari. Ragion per cui viene chiesto un "intervento di urgenza" per evitare di arrivare impreparati alla scadenza di agosto che se non scongiurata porterà ad uno scenario "fortemente lesivo dei diritti fondamentali dei magistrati onorari e dei cittadini, utenti del servizio giustizia, ciò sia nel caso di proroga dell'entrata in vigore della c.d. riforma Orlando sia in caso di sua entrata in vigore".

Secondo gli onorari infatti non c'è spazio per una proroga della entrata in vigore del regime previsto dal Dlgs. 116/2017, "a meno di incorrere nella procedura di infrazione".

"Analogamente e paradossalmente – aggiungono - l'entrata in vigore del Dlgs 116/2017, senza la pronta riforma su cui sta lavorando la Commissione ministeriale, darà comunque adito a responsabilità erariale di chi non ha inteso l'urgenza di provvedere per evitare la perdita dei fondi del Recovery Plan".

Inoltre, prosegue la lettera firmata da Maria Flora Di Giovanni, presidente Unagipa, il reclutamento di giovani risorse per l'Ufficio per il processo, con un investimento di oltre 2 miliardi nel PNRR, "risulterà completamente vano se contemporaneamente si elimina o riduce l'apporto di chi è abilitato da anni, accanto alla magistratura professionale, a decidere".

Mentre il mantenimento dello status quo, sia per effetto della proroga dell'entrata in vigore del Dlgs 116/2017 sia con la sua piena attuazione, "comporterà il perdurare della situazione di irregolarità previdenziale, contributiva e assistenziale dei magistrati onorari in servizio", qualificabili come " lavoratori" per il diritto dell'Unione, ingenerando un "incontenibile florilegio di controversie giudiziarie ed astensioni".

Sul fonte delle altre riforme, nella giornata di ieri, intervenendo al convegno "Giovani per la Giustizia" all'Università Roma tre, la Ministra ha reso noto che "A breve, a brevissimo, ci saranno gli emendamenti alla riforma del processo penale". "Poi - ha aggiunto - seguiranno quelli su riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell'ordinamento giudiziario, prima dell'estate''.


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