Professione e Mercato

Fattura elettronica: per i professionisti pressing finale tra costi e tecnologie

Antonello Cherchi e Valeria Uva

Il debutto della fatturazione elettronica tra privati, previsto con l’avvio del nuovo anno, agita i professionisti. Non tutti, a dire il vero, alla stessa maniera. Ad avvocati e professioni tecniche - che hanno dalla loro un’esperienza ormai consolidata sulla e-fattura verso la pubblica amministrazione - fanno da contraltare le altre categorie dove il grado di preoccupazione cresce anche in base all’impegno che sarà loro richiesto.

Si prendano, per esempio, i consulenti del lavoro: «Stiamo affrontando notevoli spese per la formazione del personale e per l’aggiornamento informatico - afferma Sergio Giorgini, vicepresidente del Consiglio nazionale -. Un credito d’imposta ci potrebbe senz’altro aiutare e ci consentirebbe di arrivare con meno difficoltà al primo gennaio».

Preoccupati per i costi di adeguamento anche gli architetti. «È un ulteriore adempimento a carico dei professionisti, come l’obbligo di Pos - afferma Massimo Crusi tesoriere del Consiglio nazionale (Cnappc) - che sottrae risorse economiche e umane ai colleghi per supplire a inefficienze dello Stato nel fare i controlli».

Le due nuove misure
L’appuntamento, valido solo per le partite Iva fuori dal regime dei minimi, è dietro l’angolo e anche per questo si rincorrono tra i professionisti richieste di proroga, che per il momento non hanno trovato alcuna sponda nel Governo, il quale, però, non è rimasto totalmente insensibile agli appelli. Nel decreto legge fiscale sono state inserite due misure sulla fatturazione elettronica: un periodo di grazia per i primi sei mesi della e-fattura relativo all’applicazione delle sanzioni e un tempo più lungo (dieci giorni al posto delle 24 ore iniziali) per l’emissione del documento. Due novità che hanno mitigato il giudizio critico dei commercialisti, di fatto la categoria in prima linea sulla e-fattura: «Il collasso del sistema è scongiurato - prevede Maurizio Grosso, consigliere Cndcec -. L’emissione del documento entro 24 ore infatti era inattuabile». Soddisfazione anche per la moratoria sulle sanzioni: «Ma il tempo che resta è poco:  i clienti sono in grande affanno», conclude.

I commercialisti hanno sempre spinto per un’entrata in vigore graduale dell’obbligo, ipotesi che finora non è stata recepita. «Sarebbe meglio se anziché di un semestre la moratoria - aggiunge Giorgini - fosse di un anno e, soprattutto, riguardasse gli errori formali».

La formazione del personale è un problema anche per i dentisti: «Siamo impreparati, perché, non avendo rapporti con la Pa, non abbiamo finora mai emesso fatture elettroniche. Ecco perché - spiega Raffaele Iandolo, presidente della commissione Albo odontoiatri della Fnomceo, la Federazione dei medici - abbiamo chiesto un approccio soft alla novità. Per esempio, attraverso un adeguamento graduale che coinvolga prima i grandi studi con fatturati più elevati e poi, via via, quelli più piccoli».

Per i “cugini” medici la vera incognita è la capacità del sistema di reggere all’urto del flusso di dati. «Vorremmo sapere - sottolinea Giovanni Leoni, vicepresidente della Fnomceo - se le linee su cui viaggeranno le e-fatture sono adeguate. La nostra esperienza sui certificati di malattia online ci dice che non è un problema secondario: in quel caso, i primi tempi furono molto complicati».

Avvocati «allenati» all’e-fattura
Tutto apparentemente tranquillo in casa degli avvocati: «Non ho percepito particolari lamentele - commenta Carla Secchieri, componente del Consiglio nazionale forense -. Bisogna, però, tener conto che ormai da anni spediamo fatture elettroniche alla pubblica amministrazione, soprattutto per le questioni legate al gratuito patrocinio».

Abituati alla e-fattura per le commesse pubbliche già dal 2014 sono anche gli ingegneri. Da quell’anno il Consiglio nazionale ha attivato diverse convenzioni con alcune software house che coprono tutto il ciclo della fatturazione e la conservazione: il prezzo varia in base al “pacchetto” acquistato (in media per 20-25 fatture si parte dai 16-20 euro). Ora è in corso la revisione per il B2B. Il nuovo adempimento non sembra preoccupare più di tanto la categoria: «In molti nell’Albo hanno le competenze tecniche per emettere un documento elettronico - spiega il segretario del Cni, Angelo Valsecchi -, basti pensare ai tanti ingegneri informatici presenti». Anzi, il documento elettronico potrebbe portare vantaggi: «La fattura elettronica si può scontare subito in banca».

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