Civile

Magistratura onoraria su ipotesi Cartabia: «Bene stabilizzazione in Ddl Bilancio ma no a nuove prove concorsuali»

De Giovanni (Unagipa): "La M.O. ha già sostenuto un regolare concorso per titoli ed esame di idoneità"

di Francesco Machina Grifeo

A un giorno dall'inizio dell'ennesimo sciopero della magistratura onoraria - che parte oggi e va avanti sino a sabato – nella giornata di ieri è arrivata una apertura sulla stabilizzazione grazie a un emendamento da inserire nella legge di bilancio. Facciamo un passo indietro: l'astensione era stata proclamata la settimana scorsa dalla Consulta della M.O. proprio perché nonostante la Ministra Cartabia, rispondendo al question time della Camera (il 4 novembre scorso), avesse definito "improcrastinabile" il riconoscimento delle tutele per quasi 5mila lavoratori e avesse annunciato le risorse in Bilancio, il testo arrivato al Senato non conteneva alcuno stanziamento.

All'esito dell'incontro con Stefania Cacciola, Monica Cavassa e Massimo Libri (già componenti per la magistratura onoraria della commissione ministeriale di riforma, presieduta da Claudio Castelli), la Ministra ha invece annunciato due possibili linee di intervento da introdurre con un emendamento governativo al Ddl Bilancio "così da assicurare risposte definitive alla categoria entro il 31 dicembre 2021".

Di cosa si parla esattamente? La prima ipotesi, spiega un comunicato di Via Arenula, è la possibilità di stabilizzazione nelle attuali funzioni di tutta la magistratura onoraria in servizio, secondo un procedimento da completare nell'arco di tre anni, in base all'anzianità di incarico. La stabilizzazione dovrebbe però avvenire tramite una verifica – "in ossequio all'art. 97 della Costituzione" - con prove ancora da definire "volte a valorizzare le esperienze pregresse e tenendo conto delle procedure di conferma già esistenti".

La seconda possibilità è un'indennità forfettaria che verrebbe "calibrata sulla base degli anni di servizio maturati".

"Concordiamo con la stabilizzazione di tutta la magistratura onoraria – afferma Maria Flora De Giovanni, Presidente Unagipa-, siamo lavoratori e magistrati europei; ma non comprendiamo cosa la Ministra intenda per ‘prove', non è ancora definito". "La magistratura onoraria in servizio - prosegue De Giovanni - ha sostenuto un regolare concorso per titoli ed esame di idoneità prima dell'ingresso nelle funzioni - che la maggior parte dei colleghi svolge in via continuativa ed esclusiva anche da oltre 25 anni - ed è stata sottoposta a procedure di conferma quadriennali che per pacifica giurisprudenza di Cassazione sono procedure para concorsuali. Per cui basta valorizzare quanto già in essere, senza umilianti verifiche a professionisti in attività da lustri".

De Giovanni ricorda poi che la status della Magistratura onoraria attuale è ben diverso da quello degli ex pretori che pur vennero stabilizzati nel con la 217 del 74. "In quel caso - spiega - si trattava di colleghi entrati nelle funzioni su chiamata e quindi con un provvedimento politico discrezionale".

Sul fronte delle retribuzioni poi Via Arenula fa sapere che "il trattamento economico, è attualmente oggetto di ulteriori interlocuzioni tra il Ministero della Giustizia e il Ministero dell'Economia e delle finanze, al fine di arrivare, nel limite del possibile, ad un risultato corrispondente alle indicazioni fornite dalla commissione ministeriale".

Sul punto, dunque, è possibile si apra un altro fronte. Per De Giovanni infatti "è assolutamente indispensabile - anche perché è uno dei punti della procedura di infrazione Ue - che le retribuzioni previste per questa stabilizzazione siano in qualche modo comparabili con quelle del lavoratore omologo ovvero con il magistrato di tribunale". "È imprescindibile, quindi, che siano similari al magistrato che abbia superato almeno la prima valutazione di professionalità, per garantire autonomia e indipendenza nell'esercizio della funzione giurisdizionale. E il rispetto dello stato di diritto!".

Solo così affermano i non togati si adempie a quanto ci richiede l'Europa e non si rischia di pregiudicare le risorse del Recovery.

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