Professione e Mercato

Grandi studi legali: dall’M&A 700 milioni di euro di fatturato

di Enrico Netti

Un controvalore pari a circa 60 miliardi con un aumento del 7% rispetto al 2016. Questo importo è distribuito tra 544 operazioni di fusione e acquisizione che hanno coinvolto nel 2017 gli studi legali d’affari attivi in italia. Per 78 di questi, l’attività sul fronte corporate nell’ultimo anno ha determinato un fatturato complessivo stimato in 700 milioni. Questo lo spaccato 2017 che emerge dal report Corporate di Legalcommunity.

Quella M&A è una tra le attività più importanti e impegnative per gli studi legali d’affari, che negli ultimi anni ha visto una decisa accelerazione al traino del ritorno della fiducia anche in termini di ripresa economica. Da qui lo sprint all’interesse degli investitori esteri nei confronti delle società italiane o l’impegno di aziende italiane nelle acquisizioni all’estero.

In termini di operazioni seguite, in base ai dati Mergermarket elaborati da Legalcommunity, il gradino più alto del podio, con 62 deals, è conquistato da Gianni Origoni Grippo Cappelli, che precede Nctm (54) e BonelliErede (46). In termini di valore - invece - c’è la netta affermazione, con quasi 60 miliardi, dello studio Cleary Gottlieb; a breve distanza segue BonelliErede con 51,4 miliardi, mentre Gianni Origoni Grippo Cappelli è a 39. Va sottolineato che in molte operazioni hanno lavorato più law firm e perciò - come accade normalmente - il valore indicato nella classifica qui sotto è attribuito più volte a ciascuno degli studi coinvolti. Solo per fare un esempio, nel 2017 la fusione da circa 22 miliardi di euro di Essilor con Luxottica ha visto coinvolti proprio Cleary Gottlieb e BonelliErede.

Nel complesso, sempre secondo l’analisi di Legalcommunity, poco più della metà del totale del fatturato corporate M&A, il 55% per la precisione pari a 378 milioni, è appannaggio di sole 9 law firm il cui dipartimento M&A ha segnato ricavi stimati superiori ai 20 milioni. L’attività corporate impegna 2.150 professionisti di cui 590 partner. Nel terreno delle segnalazioni “tra pari” gli avvocati più citati sono Francesco Gianni di Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners insieme a Bruno Gattai di Gattai Minoli Agostinelli & partners, seguiti da Filippo Troisi di Legance con Carlo Croff dello Studio Chiomenti al terzo posto. I pareri raccolti dal mercato vedono al primo posto Carlo Pavesi, seguito da Umberto Nicodano con, al terzo posto, Antonio Segni.

Le previsioni 2018

Il 2018 sembra mantenere la tendenza del 2017. «L’anno sembra andare in direzione di un ulteriore record in termini di transazioni con private equity e grandi player industriali che mostrano un forte dinamismo - dice Francesco Gianni, senior partner del dipartimento M&A dello studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & partners -. Settori come i servizi finanziari, assicurazioni e in parte il farmaceutico presentano ancora interessanti spazi di consolidamento, mentre alcuni player italiani fortemente orientati all’estero potrebbero valutare attività di acquisizioni». Due le grandi operazioni seguite nel 2017 dallo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & partners: l’assistenza ad Atlantia nell’operazione di investimento congiunto fra Atlantia, Acs e Hochtief per l’acquisto della spagnola Abertis Infraestructuras e l’assistenza ad ArcelorMittal nell’acquisizione di Ilva.

Sentiment condiviso da Roberto Bonsignore, partner di Cleary Gottlieb che spiega: «La nostra aspettativa è che, dopo un 2017 molto forte sul lato M&A, il 2018 sarà comunque un anno molto buono. Continuiamo a vedere un significativo interesse dei capitali stranieri per aziende italiane in vari settori. In particolare, le infrastrutture sono investimenti di lungo periodo le cui prospettive sono legate strettamente all’andamento dell’economia del Paese nel medio-lungo termine. L’interesse degli investitori stranieri per le infrastrutture italiane è dunque un segnale importante di fiducia nell’economia italiana nel lungo periodo. Discorso simile per l’energia. Vediamo l’interesse degli investitori anche in settori come quello tecnologico, industriale, i trasporti, i media, i servizi finanziari, la grande distribuzione, il food & beverage. Ma anche i grandi gruppi italiani stanno dimostrando di avere di nuovo ambizioni internazionali di alto livello». Tra le operazioni seguite dallo studio, oltre alla fusione Essilor-Luxottica e all’acquisizione di Ilva da parte di ArcelorMittal, c’è il lancio del terzo fondo di F2i e la sua fusione con il primo fondo di F2i e le cessioni di Eurovita Assicurazioni da parte del fondo Usa Jc Flowers e della software house toscana Tagetik agli olandesi di Wolters Kluwer.

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