Professione e Mercato

Ristori più rapidi per le vittime del peculato commesso dal notaio

Eliminato il passaggio dal giudice civile, se il cliente fornisce una prova scritta

di Patrizia Maciocchi

Ristori più rapidi per le vittime del peculato commesso dal notaio. Per ottenere il risarcimento, in caso di somme consegnate al professionista e non versate all’erario perché indebitamente trattenute, non è più necessario attendere la quantificazione del danno fatta dal giudice civile, ma basterà una prova scritta fornita dallo stesso cliente, se sufficientemente certa, come può essere, ad esempio, una ricevuta dell’Agenzia delle Entrate. Un taglio dei tempi per ottenere il ristoro che - dopo la modifica del Regolamento al Fondo di garanzia dei notai approdato mercoledì scorso in Gazzetta - ora è subordinato, per quanto riguarda i passaggi giudiziari, solo all’accertamento, con sentenza definitiva, in sede penale del reato.

Prima dell’intervento sull’articolo 11 del Regolamento - voluto e votato all’unanimità dal Consiglio nazionale del notariato con l’avallo di Via Arenula - era necessaria una doppia via: oltre alla condanna penale, la quantificazione del danno in sede civile.

Ora invece il Fondo, in presenza di un’attendibile prova scritta, liquida direttamente. Soddisfatta per la coerenza la presidente dei notai Valentina Rubertelli «Con questa riforma da noi fortemente voluta siamo in grado di offrire una tutela completa e ancora più immediata a favore del cittadino andando ad eliminare le criticità legate ai lunghi tempi dei giudizi in tribunale e ribadendo il nostro ruolo di pubblici ufficiali al fianco dello Stato».

Il Fondo di garanzia dei notai, istituito nel 2006 ed alimentato direttamente dalla categoria, dispone di un massimale di circa 7, 5 milioni di euro l'anno, destinati al rimborso dei danneggiati da reati, ovviamente non coperti dalla normale assicurazione, che i notai hanno già dal '99, quando per le altre categorie è diventata obbligatoria dal 2012 con la riforma delle professioni. «È una cifra che, per fortuna, siamo lontanissimi dall'impiegare - spiega la vice presidente del Fondo e Consigliera nazionale Cesira De Michele - perché questo tipo di condotte all'interno della categoria sono rare.

Tuttavia - prosegue De Michele - avevamo individuato nei tempi lunghi una criticità del Regolamento e abbiamo voluto rimediare». Prevista anche una possibilità per consentire ai danneggiati di non perdere l'opportunità del ristoro in caso di morte del notaio, che, come noto, estingue il reato.

«Abbiamo voluto pensare anche a questa eventualità - dice la vice presidente del Fondo - subordinando l'indennizzo al solo accertamento della responsabilità del professionista in sede civile».

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