Amministrativo

Il Tar Lazio accelera la messa in sicurezza dei viadotti abruzzesi

di Guglielmo Saporito

Potranno partire subito i lavori di messa in sicurezza contro il rischio sismico dei viadotti sulle autostrade A 24 e A 25 (che collegano Roma con Teramo e Pescara). Lo ha deciso, con un’innovativa ordinanza (la n. 2844/2017, depositata ieri sera), il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, che provvede con estrema urgenza a rimediare a difficoltà e contrasti tra la società concessionaria che gestisce quelle autostrade (Strada dei parchi spa) ed il ministero delle Infrastrutture trasporti, con la presenza indiretta di Anas.

Il problema riguarda i viadotti, già colpiti dal terremoto del 2009, che dopo le migliaia di scosse del sisma dell’anno scorso nel Centro Italia hanno evidenziato situazioni potenzialmente pericolose. Sugli oneri per i lavori necessari, c’è stato un braccio di ferro, con il gestore che chiedeva di compensarli con agevolazioni sul canone di concessione da versare ordinariamente all’Anas.

L’ordinanza completa l’intervento, altrettanto urgente, che Governo e Parlamento hanno effettuato in sede di conversione della manovrina di primavera (Dl 50/2017), in cui si è previsto (articolo 52-quinquies) che «l’obbligo del concessionario di versare le rate del corrispettivo della concessione degli anni 2015 e 2016, ciascuna dell’importo di euro 55.860.000, è sospeso, previa presentazione di un piano di convalida per interventi urgenti». Su impulso del Governo, il Parlamento ha quindi sospeso il versamento di due rate.

L’accantonamento rischiava tuttavia di restare inutilizzato, sicché la concessionaria ha ritenuto di rivolgersi al Tar Lazio, che - con un provvedimento urgente esteso da Rosa Perna sotto la presidenza di Carmine Volpe - ha “scavalcato” il ministero disponendo che i lavori sui ponti proseguissero, utilizzando i fondi destinati al canone che il gestore aveva accantonato.

Il Tar non si è fermato a quest’ordine di proseguire i lavori, perché ha tenuto presente la necessità di pagare immediatamente detti interventi, particolarmente onerosi perché esigono rilevanti risorse tecniche ed umane. Quindi è stato ordinato che gli interventi di “antiscalinamento” siano finanziati con le predette somme accantonate. In questo caso l’urgenza di provvedere ha quindi superato qualsiasi difficoltà burocratica. Ciò è stato possibile anche perché le opere avranno comunque una loro contabilità, che potrà essere usata, con i tempi propri, dai vari soggetti coinvolti.

Tar Lazio, ordinanza 7 giugno 2017, n. 2844

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