Famiglia

Figli in affido esclusivo ma restano i weekend con l’altro genitore

Per l’alto conflitto tra gli ex il giudice regolamenta gli incontri nel dettaglio

di Selene Pascasi

L’affidamento esclusivo dei figli minorenni alla madre non blocca l’autorizzazione a weekend alternati con il padre, pernottamenti compresi, e la definizione di un preciso calendario di visite e incontri, qualora la conflittualità tra i genitori ostacolerebbe un’organizzazione soft rimessa alla volontà materna. Lo afferma la Cassazione con l’ordinanza 7090 del 3 marzo 2022.

A sollecitare l’intervento della Suprema corte è la decisione di una donna di formulare appello contro la pronuncia con cui il Tribunale disponeva in suo favore l’affido esclusivo del figlio, con pernottamento dal padre a fine settimana alternati, regolamentando in dettaglio la restante frequentazione e ponendo a carico dell’uomo un contributo mensile per il mantenimento del bimbo. Visto il regime di affido, reclama la signora, le spettava ogni ampio potere discrezionale di valutare volta per volta la sussistenza delle condizioni degli incontri con il papà, sempre e soltanto nell’interesse del piccolo. Tesi bocciata dai giudici di secondo grado i quali, ratificando la pronuncia del Tribunale, spiegano che la pianificazione dettagliata delle frequentazioni fosse necessaria proprio per prevenire l’insorgere di contrasti tra i coniugi, visti i loro rapporti improntati a una costante tensione come era emerso dalla consulenza e dal comportamento dell’ex coppia.

Peraltro, la relazione aggiornata dei servizi sociali riferiva di una totale assenza di comunicazione tra le parti dannosa per una crescita equilibrata e serena dei figli. Circostanze che avevano consigliato l’inserimento del minore in un programma specifico di supporto e la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per valutare l’effettiva capacità genitoriale, materna e paterna.

La donna si rivolge alla Cassazione ma la situazione non cambia. Come rilevato in appello, il regime delle frequentazioni non poteva affidarsi alla totale discrezionalità della madre posto che in quella vicenda - già molto difficile per il bambino, costretto ad adeguarsi alle esigenze delle nuove famiglie allargate di madre e padre - la bigeniorialità meritava una tutela rafforzata. Per tale motivo, l’affidamento esclusivo era stato espressamente circoscritto all’ordinaria gestione della vita quotidiana e alle questioni inerenti l’istruzione, l’educazione e la salute. A corredo, un calendario delle visite modificabile soltanto su espresso accordo tra le parti da consacrare per iscritto. Una disciplina rigorosa, sì, ma strumentale per garantire il benessere psicofisico del minore, messo altrimenti a rischio dalle barriere relazionali innalzate dai genitori. Di qui, la conferma da parte della Cassazione di un affidamento esclusivo, ma da esercitare entro dei paletti stabiliti.

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