Professione e Mercato

Lo smart working rivoluziona gli studi: costi ridotti e aumenti di produttività

di Francesco Nariello

Migliorare il rapporto tra lavoro e vita privata di professionisti e dipendenti - il cosiddetto work-life balance -, incrementando efficienza e produttività, ottimizzando i costi e razionalizzando gli spazi all’interno del luogo di attività. In una parola: smart working. Il lavoro “agile”, che si può svolgere in mobilità grazie all'utilizzo esteso delle tecnologie digitali, è una realtà sempre più consolidata negli studi professionali.

Avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro fanno un ricorso crescente al modello “smart” per l’organizzazione delle attività professionali: non solo negli studi top - dove gli investimenti in tecnologia appaiono più sostenibili - ma anche in strutture di media dimensione. Una tendenza che sta cambiando la stessa fisionomia degli studi, con più scrivanie condivise e meno presenza fisica.

«Allo smart working ci dedichiamo già da qualche anno - afferma Stefano Salvadeo, co-managing partner e head of advisory services di Bernoni Grant Thornton, studio specializzato, tra l’altro, in servizi di consulenza tributaria e societaria -: abbiamo iniziato in modo graduale, a partire dalle maternità, per poi estenderlo a tutti». A oggi circa una persona su tre - il 30% tra professionisti e dipendenti - sfrutta la possibilità di lavorare in mobilità, dal proprio domicilio o da altra sede, con l’unica limitazione di non svolgere attività in luoghi pubblici per motivi di privacy.

Il benessere di chi lavora
«Se ben applicato - sottolinea Salvadeo - il lavoro smart migliora il benessere delle persone. Aumenta la produttività e ottimizza tempi, spazi e costi. Si pensi agli spostamenti casa-ufficio in una città come Milano: con lo smart working si può scegliere di muoversi in orari meno trafficati o di restare a casa per concentrarsi su un lavoro specifico. Fra i vantaggi ci sono anche una spinta decisa alla digitalizzazione e un risparmio di superficie rispetto a contesti tradizionali».

Ad avere iniettato una massiccia dose di lavoro “agile” nel proprio modello organizzativo è lo studio Arlati Ghislandi, uno dei principali al livello nazionale (sedi a Milano, Roma, Genova e Brescia) nel campo della consulenza del lavoro e fiscale. Gli effetti sono stati benefici: «Nella nostra realtà lo smart working è genetico - spiega Nicoletta Marra, senior consultant e riferimento in tema welfare - e viene utilizzato sia dai professionisti che dai dipendenti»: per i primi - che dedicano in media due giorni a settimana allo smart working - la gestione è autonoma, mentre per i secondi è necessario sottoscrivere specifici accordi individuali. In generale, precisa Marra, «grazie al lavoro smart abbiamo sperimentato un netto incremento di produttività».

Accrescere l’efficienza
La filosofia di un grande studio legale, oggi, non è diversa da quella di un’impresa tecnologica e innovativa. A dirlo è Gabriele Cuonzo, partner e socio fondatore di Trevisan & Cuonzo, uno dei più noti studi legali italiani di diritto commerciale e proprietà intellettuale. «Bisogna prendersi cura del benessere di chi lavora - continua -, offrire un ambiente confortevole, dare la possibilità di lavorare in mobilità: accrescere, in questo modo, il livello di efficienza attraverso la valorizzazione della figura umana». Le potenzialità del lavoro smart sono sfruttate soprattutto dai professionisti. «La presenza fisica sta perdendo importanza - afferma Cuonzo -: si può lavorare anche dalla spiaggia, ma se si fa un buon lavoro va benissimo. Adottando un sistema meno rigido, tuttavia, c’è bisogno di maggiore capacità di verifica sulla produzione: per questo abbiamo controlli di congruità tra ore dichiarate e lavoro svolto».

Puntare sulle specializzazioni è stata la scelta compiuta da R&P Legal, studio legale che ha modificato alla radice il proprio modello organizzativo. «Abbiamo diverse sedi e abbiamo cercato di non replicare ovunque il ventaglio di competenze a disposizione - racconta Paolo Grandi, socio dello studio. Ciascuno dei nostri cinque uffici ha specializzazioni specifiche: a Roma, ad esempio, diritto dei trasporti e d’autore; a Milano tributario e amministrativo; a Torino recupero crediti. La tecnologia rende possibile che le competenze siano messe a fattore su tutto il network». Il cliente non fa caso al fatto che il professionista lo assista da Roma o Milano, dall’ufficio o dalla propria casa: l’importante è la qualità del servizio. «Questo tipo di organizzazione - rimarca Grandi - consente di avere una struttura più snella. Specializzandosi si risparmia tempo, che si può investire nei propri interessi».

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