Giustizia

Consulta: cambiano le udienze, dialogo tra giudici e avvocati

Il Presidente Amato: «Troppo spesso le udienze sono un susseguirsi di monologhi, del relatore e degli avvocati, anziché essere, come accade in altre Corti, un confronto vivo, fatto di domande e risposte»

Come già avviene nelle Corti europee e anglosassoni, anche le udienze della nostra Corte costituzionale saranno segnate più dal dialogo (anche serrato) fra giudici e avvocati che non dal (solo) ascolto reciproco di relazioni già scritte. È una delle principali novità che emergono dalle modifiche alle "Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale", approvate la scorsa settimana dalla Consulta e pubblicate oggi sulla Gazzetta Ufficiale. Lo comunica la Consulta. Le nuove regole sono completate da un decreto del Presidente, pubblicato oggi sul sito della Corte, ed entreranno in vigore a partire dall'udienza del 21 giugno 2022.

Ecco in sintesi le novità. Cinque giorni prima di ogni udienza, il giudice relatore potrà rivolgere domande scritte agli avvocati della sua causa.
La relazione iniziale dell'udienza sarà sostituita da una sintetica introduzione del giudice relatore, di regola non superiore a cinque minuti.
Nel corso dell'udienza, ciascun avvocato avrà a disposizione, di regola, quindici minuti per esporre le proprie difese e rispondere alle domande scritte del relatore.
Ciascun giudice - non solo il relatore - potrà però interloquire direttamente con gli avvocati, anche interrompendoli con domande e obiezioni, arricchendo così la discussione della causa.
Con le modifiche approvate, l'udienza diventerà non solo più vivace, ma soprattutto più utile ai fini della decisione della Corte.

La decisione di adottare nuove regole sullo svolgimento delle udienze è stata presa il 24 maggio scorso dalla Corte costituzionale. La spinta al cambiamento è venuta dal presidente Giuliano Amato, che già qualche mese aveva auspicato un nuovo modo di procedere sul modello americano e delle Corti europee. "Mi piacerebbe vedere nel giudizio costituzionale un vero dialogo durante le udienze, che troppo spesso sono un susseguirsi di monologhi, del relatore e degli avvocati delle diverse parti, anzichè essere, come accade in altre Corti, un confronto vivo, fatto anche di domande e di risposte. C'è ogni tanto qualche cenno, ma se penso alla Corte Suprema americana o anche alle nostre Corti europee, mi sento molto più indietro" aveva dichiarato Amato in un'intervista a Donatella Stasio pubblicata sull'Annuario 2021 della Corte Costituzionale.

Nel podcast dell'intervista che è sul sito della Corte Amato è ancora più esplicito . "A me piacerebbe che lo svolgimento del processo davanti a noi, l'udienza con gli avvocati, fosse un pò più dialogato. Mi annoio ascoltando la relazione iniziale dei miei colleghi che spiegano il caso, anticipando già quello che diranno anche le parti, e poi gli avvocati delle parti che recitano il proprio precotto che avevano preparato prima. Io amo molto l'udienza come si svolge davanti alla Corte suprema degli Usa ma anche davanti alla Corte di Lussemburgo, la Corte di giustizia europea, fatta di domande dei giudici che interrompono gli avvocati. Davanti alla Corte Suprema un avvocato, se riesce a parlare tre minuti senza essere interrotto, ha già parlato troppo. Questo esige una forte preparazione di tutti sul tema, ma certo rende la cosa più viva".

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