Comunitario e Internazionale

Uber soggetta a licenze come i taxi

di Beda Romano

L’avvocato generale della Corte europea di giustizia ha annunciato ieri che ai suoi occhi Uber è una società di trasporto, e come tale può essere soggetta a licenza , esattamente come un tradizionale taxi. La presa di posizione apre la porta a importanti cambiamenti legali per la società americana, che si definisce «un servizio della società dell’informazione», impegnata a facilitare attraverso la tecnologia digitale il contatto tra due persone private.

«La società Uber, pur innovativa, è una società di trasporto – ha spiegato la Corte europea di giustizia in un comunicato –: a Uber può essere quindi chiesto di ottenere le necessarie licenze e autorizzazioni, ai sensi della legislazione nazionale». La presa di posizione dell’avvocato generale Maciej Szpunar, nel quadro di una procedura relativa a un caso spagnolo, non è vincolante per la magistratura comunitaria, anche se questa tende a seguirne le opinioni.

Se la Corte europea di giustizia dovesse confermare la presa di posizione, i paesi membri potrebbero imporre licenze agli autisti di Uber. Il caso in discussione è relativo a un ricorso di una associazione di tassisti di Barcellona, che ha accusato UberPOP di concorrenza sleale. Reagendo all’opinione dell’avvocato generale, la società californiana ha spiegato che una sentenza in linea con il giudizio di Szpunar «non modificherebbe il modo in cui siamo già regolati nella maggior parte dei paesi».

In un comunicato, un portavoce di Uber ha aggiunto che una sentenza la quale confermasse la presa di posizione dell’avvocato generale «minerebbe le tante necessarie riforme di leggi datate che impediscono a milioni di europei di avere un passaggio in macchina premendo un semplice tasto». Nella sua opinione, il giurista ha fatto notare che gli autisti di Uber «non hanno una attività autonoma indipendente dalle piattaforme. Al contrario tale attività esiste solo perché c’è una piattaforma».

Sempre l’avvocato generale della Corte europea di giustizia, che ha sede in Lussemburgo, ha quindi concluso che «il servizio» offerto da Uber «si traduce nell’organizzazione e nella gestione di un sistema di trasporto urbano su domanda».

Uber è sbarcata in Europa da cinque anni. Nonostante un evidente successo di pubblico, in molti paesi ha dovuto fare i conti con le proteste delle associazioni di taxi che hanno visto nella società americana un concorrente agguerrito.

Da Roma, i sindacati dei tassisti hanno affermato in un comunicato di aspettarsi che «anche in Italia» le conclusioni dell’avvocato generale della Corte europea di giustizia «si concretizzino grazie alla magistratura, che stabilirà le giuste ragioni dei tassisti e dei noleggiatori».

Osservatori si chiedevano ieri se la presa di posizione dell’avvocatura generale avrà un impatto in seconda battuta anche su altri settori dell’economia partecipativa e così su altre aziende simili a Uber, come AirBnb o Deliveroo.

Corte Ue - Causa C‑434/15

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