Civile

Commercialisti e avvocati, allarme su sospensioni e pagamenti

Tutto quello che è stato sospeso va in scadenza al 30 novembre

di Ivan Cimmarusti

A preoccupare è il quadro generale di una giustizia tributaria che sta operando in modalità ridotta. Avvocati e commercialisti non nascondo le preoccupazioni dovute allo svolgimento di un contenzioso, in questa fase emergenziale contraddistinta dal pericolo di contagio da Covid-19, che rischia di riflettersi negativamente non solo sulla tenuta del contenzioso, alle prese con ritardi dovuti allo svolgimento di udienze scaglionate, ma anche sui contribuenti.

Secondo Antonio Damascelli, presidente dell’Unione nazionale camere avvocati tributaristi (Uncat) «c’è una ripresa di tutte le commissioni nel territorio nazionale, con uno sforzo nel fissare degli orari di accesso alle udienze. Tutto questo, se pure in misura ridotta, ha sicuramente consentito una ripresa delle attività. Tuttavia c’è una ovvia minore calendarizzazione delle discussioni, che è determinata dalla esigenza di scaglionare le udienze per evitare pericolosi assembramenti».

Spiega, quindi, che con la notifica dei pignoramenti «c’è un rischio di inceppare la macchina giudiziaria, perché si tratterà di fronteggiare una marea di atti soprattutto quelli preordinati alla cautela. Si tratterà quindi di ottenere – nei casi previsti dalle norme per la giustizia tributaria – sospensioni con riferimento ai pignoramenti» in una fase in cui si svolge circa il 50% in meno di processi per motivi legati alla gestione emergenziale».

Maurizio Postal, consigliere delegato alla fiscalità del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec), è convinto che ci sia un rischio che lo svolgimento del contenzioso a ranghi ridotti (si veda l’articolo in basso) possa influire negativamente anche sulle istanze di sospensione della riscossione provvisoria connessa agli accertamenti: «Se non si celebrano i processi, di conseguenza non si riuscirà neanche ad avere le sospensive». Però tiene a precisare che «ci preoccupa in generale l’enorme rallentamento del processo tributario».

Un altro aspetto di non secondaria importanza per il delegato alla fiscalità del Cndcec riguarda la mole di pagamenti previsti per il 30 novembre prossimo. Postal, infatti, spiega che si tratterà di una vera e propria «gobba dei pagamenti», perché con «il decreto Cura Italia sono state sospese cartelle e rateazioni dall’8 marzo al 15 ottobre, ma tutto quello sospeso va in scadenza prevalentemente al 30 di novembre». Fa un esempio: «Chi aveva una rateazione in corso ha sospeso sette rate si troverà a dover saldare tutte e sette le rate entro il 30 novembre. Si tratta di una problematica numericamente molto diffusa».

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