Penale

La Brexit prima della fuoriuscita dalla Ue non incide sul Mae della giustizia britannica

Fino alla fine del 2020 valgono le regole dell'accordo quadro sul mandato d'arresto europeo

di Paola Rossi

La Brexit non ha alcuna influenza sul Mae. Nei confronti delle richieste provenienti dalla giustizia britannica - fino alla fine del 2020 - valgono esattamente le regole dell'accordo quadro sul mandato d'arresto europeo. Così la Corte di cassazione con la sentenza n. 28228/2020 ha respinto del tutto i rilievi del ricorrente contro l'ok dei giudici di merito alla sua consegna nel Regno Unito dove è accusato di furto con scasso preordinato in "cospirazione" con altri soggetti e progettato in Italia.

Irrilevanza di notizie non ufficiali - Tra i tanti motivi di ricorso respinti spiccano quelli fondati su notizie di stampa, anche "autorevoli". Uno riguarda il cambio di passo, temuto dal ricorrente, che potrebbe avere nel breve futuro la giustizia del Paese richiedente mettendo in evidenza le dichiarazioni del premier che riflettono la spinta autarchica anelata dai favorevoli alla Brexit. L'altro riguarda, invece, il paventato rischio di un trattamento carcerario inadeguato ai diritti inviolabili dell'uomo, come risultarebbe da articoli di stampa sulla situazione delle carceri nel Regno Unito.

Il recesso opera alla scadenza dell'iter - Sul primo punto, che è il nodo centrale, la Corte di giustizia si è già espressa affermando che la notifica da parte di uno Stato membro di recedere dall'Unione europea non fa venir meno la cornice giuridica degli accordi se non allo scadere della sua permanenza nelle istituzioni sovranazionali. Inoltre, sullo specifico caso della Gran Bretagna, la Cgue fa rilevare che si tratta di un Paese che resterà comunque legato alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo. Trattato che è garanzia anche nel futuro, cioé dopo il 31 dicembre di quest'anno di adeguata tutela.

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