Comunitario e Internazionale

Uno sbaglio la condanna di  Sallusti

di Marina Castellaneta

Italia condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per aver inflitto il carcere a un giornalista: la detenzione nei casi di diffamazione a mezzo stampa è incompatibile con l’articolo 10 della Convenzione europea sulla liberà di espressione. L’Italia, nel prevedere la condanna al carcere ad Alessandro Sallusti, all’epoca dei fatti direttore di «Libero», ha violato la Convenzione perché la sanzione del carcere è sproporzionata e può essere ammessa solo nei casi di incitamento all’odio e alla violenza. La vicenda parte dalla condanna di Sallusti per diffamazione a mezzo stampa e per omesso controllo, a 14 mesi di carcere e a un’ammenda di 5mila euro, nonché a un risarcimento danni di 30mila euro. Dopo aver scontato alcuni giorni ai domiciliari, il ricorrente aveva ottenuto dal presidente della Repubblica la conversione della detenzione in un’ammenda e si era poi rivolto alla Corte europea (ricorso 22350/13) . D’altra parte, ricorda la Corte, l’Italia, nel caso Belpietro e nella sentenza Ricci, è stata già condannata per violazione dell’articolo 10 proprio per la previsione del carcere ma che non può riguardare - per la Corte - l’omesso controllo nei casi di diffamazione. L’Italia dovrà versare al ricorrente 12mila euro e 5mila per le spese. Resta da vedere se il Parlamento procederà alla modifica legislativa.

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