Amministrativo

Il Tar Lazio boccia gli aumenti delle tariffe Ztl a Roma per mancanza di istruttoria

di Paola Rossi

Il Tar Lazio ha bocciato gli aumenti e le rimodulazioni delle tariffe per l'accesso alle zone a traffico limitato della Capitale, affermando che sono state adottate senza la dovuta complessa istruttoria che deve essere posta alla base dell'azione amministrativa.

L'illegittimità accertata dal Tar Lazio - Sotto la scure della sentenza n. 3666/15 è caduta così la sequenza di atti che hanno fissato le nuove regole e soprattutto l'innalzamento dei costi per l'accesso alle zone Ztl. Principalmente si tratta della prima delibera di adozione degli aumenti la n. 119 del 30 aprile 2014. Il passaggio fondamentale con cui il Tar stigmatizza la mancanza di legittimità del nuovo regime si riassume nel seguente passaggio della sentenza: “Il potere discrezionale dell'amministrazione di fissare le tariffe deve essere esercitato nel rispetto dei principi generali dell'agire amministrativo e, quindi, l'esercizio del predetto potere deve essere fondato su di un'adeguata e completa istruttoria e deve rispondere ai criteri della logicità e della proporzionalità della misura rispetto al fine perseguito”. Un rilievo che si fonda anche sul tentativo del Comune di dimostrare la completezza dell'esame compiuto dall'amministrazione prima di adottare le nuove regole. Infatti, la difesa di Roma Capitale, durante il processo amministrativo, si era anche ancorata all'esistenza di successive delibere che avevano comunque riparametrato le cifre e rivisto le regole inizialmente fissate. Ma questo è stato piuttosto un boomerang che uno scudo contro la bocciatura. Infatti, per i giudici tale circostanza - al contrario- dimostrerebbe la lacuna istruttoria presente nell'atto principale e non sanabile in via successiva perché l'attività mancante di ricognizione di tutti i fattori in ballo deve precedere l'adozione del provvedimento amministrativo.
Sono state così travolte anche le delibere nn. 136 e 244 adottate a maggio 2014 proprio perché come dice il Tar sono la spia dell'incompiutezza dell'agire dell'amministrazione senza sottacere che sono scaturite dalle forti proteste dei commercianti ma soprattutto dei residenti delle zone “limitate”. Il riferimento in via generale al Pgtu per il 2014 non è stato ritenuto sufficiente neanche con l'integrazione delle note presentate dal Comune a “giustificazione” degli aumenti varati. In particolare, il Tar argomenta che non colma la carenza istruttoria la nota di Roma Servizi del 21 ottobre 2014 dove si afferma che grazie ai rincari si è registrata una riduzione del 40% di richieste dei permessi di accesso il che sempre secondo il Comune dimostrerebbe il raggiungimento delle principali finalità poste a fondamento della creazione di queste aree: riduzione delle emissioni, contrasto alla congestione stradale e aumento delle entrate amministrative.

Si apre la via delle restituzioni - Il Codacons promotore del ricorso insieme ad assosciazioni di cittadini festeggia la vittoria in questa fase processuale e ricorda che ora si apre la strada ai rimborsi dei sovraprezzi già pagati dai cittadini.

Tar Lazio - Sezione II - Sentenza 3 marzo 2015 n. 3666

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