Professione e Mercato

La protesta delle professioni sul bando per consulenze gratuite

di Federica Micardi

I presidenti di avvocati, commercialisti e notai - rispettivamente Andrea Mascherin, Massimo Miani e Salvatore Lombardo - hanno scritto ieri al ministro dell’Economia Tria per chiedere il ritiro del bando sulle consulenze professionali gratuite pubblicato dal Mef sul proprio sito (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri).

Secondo le tre categorie «non è concepibile che l’osservanza di una previsione di legge che attiene al contenimento della spesa pubblica (il bando Mef è stato “giustificato” dai limiti di spesa imposti alla Pa, ndr) venga assicurata attraverso la palese violazione di altra norma di legge che attiene al rispetto della dignità del lavoro». I rappresentanti delle professioni sottolineano la loro disponibilità a supportare l’attività della pubblica amministrazione attraverso le proprie strutture ed i propri centri studi. «Quando però si esce dalla dinamica istituzionale tra Pa e corpi intermedi - scrivono i tre presidenti - per entrare in quella individuale dell’affidamento di incarichi consulenziali specifici a singoli professionisti che prestano la propria opera come qualsiasi altro lavoratore non possiamo accettare che proprio le pubbliche amministrazioni sviliscano, aggirino e in definitiva violino quel principio di civiltà che è l'equo compenso».

Per il presidente del Comitato unitario professioni, Marina Calderone, «non si comprende la ratio di una scelta di un ministero in contraddizione, per non dire violazione, con una norma di legge che vieta i compensi gratuiti. Norma che ribadisce il principio costituzionale di giusta remunerazione anche per i professionisti. È palese - conclude Calderone - che la dignità dei lavoratori autonomi cosi viene calpestata».

Sulla questione, definita «inaccettabile, vergognosa e umiliante » nel comunicato diffuso ieri dai sindacati dei commercialisti Adc e Anc, è stata posta al ministro Tria un’interrogazione a risposta in Commissione dall’onorevole Maria Elena Boschi (Pd), che non solo chiede al ministro se intende rimuovere il bando ma domanda anche se ritiene «di emanare idonee istruzioni a tutte le articolazioni del ministero al fine di evitare il ripetersi di simili episodi».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©