Civile

Efficienza della giustizia civile e sistemi di Adr: i dati della World Bank

di Marco Marinaro e Leonardo D'Urso

L'efficienza della giustizia civile costituisce un tema di grande interesse negli ultimi anni rispetto al quale sovente ci si confronta analizzando in maniera più o meno approfondita i dati statistici che provengono da diverse fonti.
In particolare costituisce un momento di riflessione sui progressi del “sistema Italia” la pubblicazione annuale del rapporto «Doing Business» redatto da World Bank che esamina e compara i sistemi di 189 paesi individuando eccellenze e criticità per le imprese che investono in un mondo ormai globalizzato.
La graduatoria generale vede saldamente al primo posto da diversi anni Singapore (seguono nelle prima dieci posizioni: Nuova Zelanda, Danimarca, Repubblica di Corea, Hong Kong, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia, Norvegia, Finlandia).
Nel rapporto Doing Business 2016 l'Italia che si colloca al 45° posto (perdendo una posizione rispetto all'anno precedente), peggiora in 9 delle 10 classifiche degli indici presi in considerazione. L'unico miglioramento significativo - di ben 13 posizioni - è registrato dall'indice Enforcing Contract, che misura la facilità di recuperare un credito commerciale per via giudiziaria, in cui l'Italia si posiziona al 111° posto rispetto al 124° posto dell'anno trascorso (riclassificato secondo i nuovi criteri) sui 189 paesi nella lista.
Un risultato in chiaro scuro. Da un lato l'avanzamento rappresenta sicuramente un passo significativo nella giusta direzione soprattutto alla luce della perdita di posizione in tutti gli altri indici. Dall'altro, se si considera che la Francia è al 12° posto, la Germania al 14°, la Gran Bretagna al 33°, la Spagna al 34°, il 111° dell'Italia posto tra Gambia e Qatar è una magra consolazione.
Per comprendere meglio, occorre però andare nel dettaglio della metodologia utilizzata che prende in considerazione tre sub-indici: tempi, costi e - novità del 2016 - qualità delle procedure giudiziarie.

Analisi di un caso - La metodologia si basa su un caso standard in cui si ipotizza che una impresa locale inizi un contenzioso per recuperare un credito contro un'altra impresa. Il giudice di primo grado dà ragione all'impresa attrice che però deve avviare una azione di esecuzione della sentenza. Sulla base di questo scenario utilizzato in tutto il mondo, i ricercatori della Banca Mondiale hanno chiesto a 26 avvocati italiani dei più importanti studi legali (e a un giudice) di stimare i tempi e i costi di un simile contenzioso del valore di € 51.835 presso il tribunale di Roma.
Nel 2016, la durata complessiva per il completo recupero del credito è quindi stimata in oltre tre anni (1.120 giorni) con un costo complessivo del 23,1% del valore in lite pari a € 11.973, di cui oltre la metà in costi legali. In quest'ultimo caso si deve rilevare che questi costi sono anticipati dall'attore in lite e dovrebbero essere recuperati in sentenza con la condanna delle spese.


Come si può notare però dalla tabella qui sotto, negli ultimi 5 anni in questi primi due sub-indici l'Italia registra un lento miglioramento. Non è quindi da attribuire a questi primi due-sub-indici il netto miglioramento in classifica.

È invece il terzo sub-indice in cui l'Italia con il punteggio di 13 su 18 si attesta sopra la media dei paesi OCSE (media di 11) e della Francia e Germania (di 12). In questo caso, i ricercatori con una serie complessa di domande hanno chiesto di valutare su una scala di punteggio la qualità delle procedure giudiziali. Da notare che l'unico indice in cui l'Italia ottiene il massimo punteggio disponibile (3 su 3) è quello della presenza delle procedure di risoluzione alternativa delle controversie e degli incentivi al loro ricorso.
Ed invero si deve segnalare come in questi ultimi mesi molti governi europei ed extra-comunitari stiano esaminando gli ottimi risultati che conseguono all'adozione del nuovo modello di mediazione italiano basato sulla partecipazione ad un primo incontro tra le parti e il mediatore.

Il nuovo rapporto della Banca Mondiale costituisce di sicuro un buon auspicio perché le ulteriori riforme in corso – per lo più derivanti dalla attuazione della Direttiva 2013/11/UE in materia di Adr per i consumatori – possano consentire all'Italia di guadagnare una decisa leadership europea per un sistema della giustizia civile efficiente nel quale accanto ad una giurisdizione sempre più qualificata e rapida possano svilupparsi e consolidarsi altri procedimenti ad essa complementari (in primis, la mediazione) nella realizzazione di quell'equilibrato rapporto indicato dall'articolo 1 della Direttiva 2008/52/UE.

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