Professione e Mercato

Per l’assistenza legale gratuita una rete di 500 avvocati ed enti

di Valentina Maglione

Cresce la rete degli avvocati che mettono il loro lavoro a disposizione della società. Si tratta delle attività «pro bono», vale a dire prestazioni professionali volontarie rese gratuitamente a favore di soggetti svantaggiati o di associazioni senza scopo di lucro. Un ambito in cui gli studi legali da sempre si muovono: in modo strutturato nel mondo anglosassone e più occasionale da noi.

Proprio con l’obiettivo di diffondere l’attenzione per le attività legali prestate gratuitamente gli avvocati si sono riuniti nell’associazione Pro Bono Italia: attiva dal 2014, è stata ufficialmente costituita nel maggio 2017. E adesso si prepara a celebrare la seconda edizione del Pro Bono Day, che si terrà a Milano dopodomani, mercoledì 6 novembre, presso lo studio Ashurst.

L’attività

«In due anni e mezzo - afferma il presidente di Pro Bono Italia, Giovanni Carotenuto - siamo passati da 13 a 29 associati ma possiamo contare su una rete di oltre 500 partecipanti. Registriamo un’attenzione crescente da parte dei giovani professionisti, inclusi i millennials». Nella rete di Pro Bono Italia ci sono 140 tra studi legali associati, associazioni forensi e singoli avvocati, 75 Ong, 13 grandi aziende, 9 cliniche legali (laboratori creati dalle università in cui gli studenti di diritto prestano assistenza e consulenza legale gratuite) e due clearing house.

Le due clearing house svolgono una funzione chiave per attivare il meccanismo di aiuto messo in campo dall’associazione. Istituite presso gli enti Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili) e Csvnet (Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato), le clearing house hanno il compito di ricevere le richieste di assistenza legale, rifinirle e poi inoltrarle alla rete degli avvocati pro bono, per individuare chi assumerà l’incarico.

Dall’inizio dell’attività a oggi l’associazione ha preso in carico e soddisfatto 215 richieste di assistenza legale. «Per ora - spiega Carotenuto - gli avvocati della rete si occupano delle domande che arrivano da associazioni, onlus e, in generale, enti del Terzo settore. Stiamo anche lavorando per mettere a punto le linee guida per occuparci delle richieste pro bono che arrivano da singoli individui. Si tratta infatti di una possibilità prevista nello statuto dell’associazione, ma non ancora attuata: le richieste delle persone in difficoltà vengono comunque già oggi inoltrate dalle clearing house agli enti del Terzo settore con cui sono in contatto che si occupano di quelle problematiche».

I settori di intervento

La stragrande maggioranza delle richieste di assistenza legale (più del 40%) ha riguardato l’assistenza agli enti e alle associazioni per redigere o aggiornare gli statuti oppure mettere a punto i contratti. Una quota più contenuta delle domande (l’8%) si è concentrata sul tema del trattamento dei dati e sulla revisione delle policy richiesta dal regolamento Ue Gdpr (2016/679) e un altro 4% ha interessato il diritto della proprietà intellettuale e il copyright.

Il 15% circa delle domande ricevute dalle clearing house ha invece riguardato i diritti dei detenuti, il 5% l’applicazione della legge sulle unioni civili (76/2016) e il 3% quella della legislazione sulle droghe. Ancora: un 5% delle domande puntava a ottenere una consulenza che consentisse di evitare il contenzioso e l’1% ha riguardato i diritti religiosi.

Gli incontri

Oltre agli interventi diretti a favore degli enti del Terzo settore, l’associazione lavora in modo attivo per diffondere la cultura del pro bono organizzando periodicamente Roundtable. Si tratta di incontri tra avvocati, rappresentanti di Ong ed enti del Terzo settore, clearing house, accademici e legali d’impresa. Ogni roundtable è l’occasione per la presentazione di nuovi enti, l’aggiornamento sui progetti in corso e l’organizzazione degli eventi in agenda. Il nucleo dell’associazione è nato proprio dall’Italian Pro Bono Roundtable, una rete informale di avvocati e associazioni lanciata nell’aprile del 2014 con l’obiettivo di incrementare la consapevolezza in materia di pro bono in Italia. Finora si sono tenute 31 roundtable e l’associazione continua a organizzarle ogni anno a Milano e a Roma.

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