Professione e Mercato

Professioni nell’era global: più network internazionali

di Antonello Cherchi e Valeria Uva

L’ultima in ordine di tempo è stata la Federazione mondiale delle professioni del lavoro, nata il mese scorso in Italia con l’accordo di cinque Paesi: oltre all’Italia, promotrice con il Consiglio dei consulenti del lavoro, hanno aderito Giappone, Corea del Sud, Spagna, Romania e Canada. Obiettivo: un dialogo con l’organizzazione internazionale per il lavoro (Ilo) e la pubblicazione di analisi e studi comparati su tutte le tematiche del lavoro e della previdenza.

Grazie alla spinta verso l’istituzione della Federazione l’Italia ha ottenuto la prima presidenza, riservata a Marina Calderone, da anni alla guida dei consulenti del lavoro italiani, e la sede della Federazione, che sarà a Roma. Il percorso lo traccia la stessa Calderone: «L’obiettivo prioritario della Federazione è creare un sistema di relazioni stabili e costruttive con le organizzazioni internazionali impegnate nella tutela del lavoro etico e regolare, coinvolgendo anche le professioni lavoristiche di altre nazioni».

Prima della Federazione, era già molto fitta la rete di accordi, adesioni e relazioni internazionali intessuta dalle categorie economico-giuridiche. Al centro c’è naturalmente Bruxelles, dove occorre far arrivare la voce degli Ordini su tutti i tavoli delle istituzioni europee. Ma in molti vanno anche oltre.

Avvocati

È articolata la rete internazionale dei professionisti del diritto. Alcune associazioni si muovono in ambito Ue, mentre altre abbracciano tutto il mondo. Appartiene alla prima categoria la Ccbe, il Consiglio degli Ordini forensi della Comunità europea. Ne fanno parte le delegazioni degli Ordini nazionali dei 28 Paesi Ue e di altri 17 che gravitano nello spazio economico europeo. «L’obiettivo - spiega Francesca Sorbi, consigliere del Cnf (Consiglio nazionale forense) e componente della delegazione presso il Ccbe - è diffondere e sostenere il ruolo dell’avvocato. E questo anche attraverso la difesa delle istanze della categoria presso le istituzioni europee, per le quali la Ccbe svolge funzioni consultive sugli interventi normativi che ci riguardano».

Di recente costituzione è l’Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo: non una vera e propria associazione, «ma una rete - commenta Sorbi - creata dai Consigli nazionali di Italia, Francia e Spagna per dare man forte ai legali arrestati unicamente per la loro attività di difesa nel corso delle proteste in Turchia».

Commercialisti

Arriva fino all’America Latina la mappa delle organizzazioni internazionali cui aderisce il Cndcec. Con l’adesione al Cilea, infatti, i commercialisti hanno stretto un’alleanza con i Paesi appunto di cultura latina. «Con loro condividiamo la stessa visione della professione - spiega Alessandro Solidoro, consigliere Cndcec con delega all’internazionalizzazione - più orientata verso le Pmi». E guarda in particolare alle realtà piccole e medie anche l’attività del Cndcec in Accountancy Europe, di cui lo stesso Solidoro è vicepresidente. «Vogliamo spostare l’interesse della Ue verso le Pmi - spiega -. Normative quali l’antiriciclaggio, ad esempio, sono state pensate per le aziende maggiori, mentre per i professionisti piccoli e medi possono risultare soffocanti».

Infine, da pochi giorni è attivo un accordo con Cfe (una sorta di “sindacato” europeo dei professionisti contabili) che consente a chi ha esperienza di fiscalità internazionale di iscriversi al registro europeo dei consulenti fiscali.

Notai

Sono due le associazioni a cui fanno riferimento i notai: il Cnue (Consiglio dei notariati dell’Unione europea) e l’Uinl (l’Unione internazionale dei notai) di portata mondiale.

«Mettiamo a disposizione le nostre competenze tecnico-giuridiche - afferma Cesare Felice Giuliani, neo presidente del Consiglio nazionale dei notai - per sostenere lo sviluppo del Paese nei mercati internazionali e incoraggiare gli investimenti all’estero, garantendo la sicurezza dei flussi economici».

Nel Cnue, che rappresenta 40mila notai di 22 Paesi Ue, il Consiglio italiano collabora con le istituzioni europee «per fornire - aggiunge il neo-presidente - soluzioni legislative e pratiche alle sfide che si pongono ai cittadini che si muovono e fanno affari tra Paesi diversi».
Effetto globalizzazione

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