Professione e Mercato

Albo dei curatori verso il restyling su primo accesso, formazione e Ocri

di Bianca Lucia Mazzei

Il nuovo Albo dei curatori, commissari giudiziali e liquidatori previsto dal Codice della crisi ancora non esiste ma le regole, peraltro già in vigore da diversi mesi, saranno probabilmente riviste subito dopo l’estate.

Requisiti per il primo popolamento, obblighi formativi e creazione di un elenco separato per i professionisti fra cui individuare il terzo componente dell’Ocri (l’Organismo di composizione della crisi), i capitoli sotto esame.

La legge delega che permette al Governo di varare i decreti correttivi (è la 20/2019) concede margini temporali ampi: le modifiche potranno essere effettuate fino ad agosto 2022. La parte relativa all’Albo dovrebbe però venire affrontata molto prima in modo che il nuovo elenco sia operativo quando, a partire dal 15 agosto 2020, dovrà essere utilizzato dall’autorità giudiziaria per affidare gli incarichi relativi alle procedure aperte dopo quella data.

Nonostante la disciplina dettata dal Dlgs 14/2019 (articoli 356-357) sia in vigore dal 16 marzo scorso, il nuovo Albo non ha ancora visto la luce: non sono state infatti scritte le regole di funzionamento affidate a un decreto che il ministero della Giustizia dovrà adottare entro il 1° marzo 2020.

L’accesso

A regime i soggetti che potranno accedere all’Albo sono: avvocati, dottori commercialisti e consulenti del lavoro iscritti ai rispettivi Albi, studi professionali associati o società fra professionisti (purché i soci siano iscritti agli Albi delle categorie sopra citate) e chi ha svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo in società di capitali o società cooperative che abbiano dato prova di adeguate capacità imprenditoriali. L’iscrizione è però subordinata a un percorso formativo che richiede la frequenza di corsi di perfezionamento per almeno 200 ore e sei mesi di tirocinio.

È però prevista anche una fase di primo popolamento basata solo sugli incarichi già ricevuti: minimo 4 ottenuti nei 4 anni precedenti il 16 marzo 2019. Questo doppio limite (numerico e temporale) è però contestato sia dagli avvocati sia dai commercialisti. «È un termine che va allungato - dice Andrea Foschi, consigliere nazionale dei dottori commercialisti con delega alle procedure concorsuali - perché, a causa della durata delle procedure e dei meccanismi di rotazione, rischia di escludere professionisti con grande esperienza. Chi oggi ha un incarico è di fatto un soggetto in grado di operare e deve poter essere iscritto a prescindere da quando lo ha ottenuto».

Secondo Carlo Orlando, componente del Consiglio nazionale forense, dove coordina la commissione sulle crisi d’impresa e sovraindebitamento, «la soglia dei quattro incarichi va rivista perché è aleatoria e non rappresenta la competenza». Gli avvocati puntano molto su questo nuovo mercato: «È un settore in cui fino a oggi siamo stati poco presenti - continua Orlando -, ma intendiamo recuperare terreno, perché è una grande opportunità . Stiamo quindi lavorando per preparare avvocati competenti e capaci di affrontare queste tematiche».

I commercialisti contestano anche la formazione obbligatoria per l’ingresso a regime: «Diritto fallimentare e sovraindebitamento sono già oggetto dell’esame di Stato e della pratica».

«La norma va chiarita ma se saranno 200 ore ce ne faremo una ragione», dice invece Orlando.

L’obbligo formativo è valutato positivamente dai consulenti del lavoro: «Siamo di fronte a una nuova impostazione basata non più sulla liquidazione ma sulla continuità dell’azienda», spiega Sergio Giorgini, vicepresidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. «La normativa attuale non va cambiata ma attuata», conclude.

I componenti dell’Ocri

Un altro versante di modifiche riguarda la nomina del terzo membro dell’Ocri, quello cosiddetto “amico”, che verrà scelto dall’elenco annuale messo a punto dalle associazioni di categoria. Secondo Confindustria l’obbligo di formare l’elenco solo con soggetti presenti nell’Albo dei curatori andrebbe cancellato (ma serve una modifica della legge delega) perché vanifica l’obiettivo di aiutare il debitore a percepire l’Ocri come ente “amico”. Il decreto correttivo dovrebbe inoltre aprire il primo popolamento anche a soggetti non professionisti così come avviene per l’iscrizione a regime. Nelle scorse settimane, il ministero della Giustizia ha annunciato un possibile sdoppiamento dell’Albo con un elenco a parte per i componenti dell’Ocri.

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