Civile

Corsa per nominare sindaci e revisori ma il decreto correttivo slitta a gennaio

di Bianca Lucia Mazzei

Le nuove Srl obbligate a nominare un sindaco o un revisore hanno ancora pochi giorni per mettersi in regola. Le richieste di rinvio della scadenza di lunedì 16 dicembre fissata dal Codice della crisi per dotarsi dell’organo di controllo non sembrano destinate ad essere accolte. Servirebbe infatti una modifica legislativa, difficile da attuare in un intervallo così breve.

Si allungano, invece, i tempi per il varo del decreto correttivo del Codice. L’approvazione del Consiglio dei ministri, annunciata per fine novembre e poi spostata a dicembre, dovrebbe arrivare a gennaio 2020. Uno slittamento che rischia di pesare sul percorso verso l’entrata in vigore della riforma (che scatterà il 15 agosto 2020) e di aumentare le chance di rinvio.

Le nomine

Sono circa 154mila (stima Unioncamere) le nuove Srl chiamate alla nomina del sindaco o del revisore, in base ai requisiti fissati dal Codice (Dlgs 14/2019). L’allargamento della platea delle imprese obbligate è un tassello fondamentale del nuovo sistema di allerta l’organo di controllo avrà il compito di segnalare l’esistenza di fondati indizi di crisi, in modo da anticipare l’emersione delle difficoltà e aumentare le chance di risanamento.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec), insieme con Confindustria e Unioncamere, avevano chiesto di rinviare la nomina all’assemblea di approvazione del bilancio 2019. «Il nuovo organo di controllo non può essere responsabile di un esercizio in cui non ha esercitato la propria attività di vigilanza», dice Andrea Foschi , consigliere del Cndcec con delega per le procedure concorsuali. Ma la proroga ancora ancora non c’è stata e al 16 dicembre manca una settimana.

Secondo l’ultimo Rapporto Cerved sulle Pmi, per il sistema imprese, i benefici dell’attuazione della riforma supereranno i costi solo se questa “rivoluzione” sarà ben attuata e non vissuta come un ulteriore adempimento. «È un’opportunità - spiega Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano - ma comporta un cambio di paradigma che richiede tempo, soprattutto per le piccole imprese».

Il Dlgs correttivo

Prima sì del Consiglio dei ministri a gennaio e varo definitivo entro marzo: dovrebbe essere questo il nuovo timing del decreto correttivo al Codice. Ma i tempi cominciano a essere stretti (senza considerare le incognite legate a un’eventuale crisi di Governo). Entro il primo marzo 2020 va approvato il decreto con le regole per l’iscrizione a la tenuta del nuovo Albo nazionale dei soggetti che gestiranno le future procedure concorsuali. Il suo varo dipende però, come in un gioco a incastri, dall’approvazione delle modifiche alla disciplina di accesso all’Albo: verrà infatti dimezzato (da 4 a 2) il numero minimo di incarichi svolti in quattro anni per entrare al primo popolamento. Inizialmente, per non aspettare il Dlgs correttivo, il ministero aveva pensato di inserire la revisione in un provvedimento più veloce, ma quest’ipotesi sembra allontanarsi.

Ad oggi la richiesta di rinvio della scadenza di Ferragosto 2020 (sopratutto per le piccole imprese) non ha ancora trovato una risposta positiva ma lo slittamento dei tempi potrebbe, nei fatti, renderlo necessario.

Il testo su cui sta lavorando il ministero interviene un po’ a tutto campo: dai tempi per le misure protettive (durata di 4 mesi prorogabile a 12 e autorizzazione del giudice), all’estensione al concordato preventivo del sistema del cram down che permette al giudice di procedere all’omologa anche senza l’assenso dell’amministrazione finanziaria. Il Dlgs correttivo cercherà inoltre di rendere più appetibile per l’imprenditore il procedimento di fronte all’Ocri, intervenendo sui criteri di nomina del cosiddetto membro “amico”. «L’ideale - spiega l’avvocato Salvatore Sanzo, presidente dello studio legale Lca - sarebbe che il terzo membro, quello nominato dall’associazione di categoria venga però scelto sulla base della segnalazione effettuata dell’imprenditore».

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