Professione e Mercato

Le aziende preferiscono l’avvocato eco-sostenibile

di Valentina Maglione

Studi legali sempre più sostenibili. È quello che da tempo le aziende estere (perlopiù anglosassoni) chiedono agli avvocati esterni a cui si appoggiano. E il trend sta iniziando a farsi strada anche tra le società italiane.

Nei fatti, agli avvocati - considerati fornitori di servizi legali - viene chiesto di rispettare gli stessi parametri di sostenibilità proposti ai fornitori tradizionali. Un’attenzione che nasce da una precisa strategia: il controllo della catena di fornitura sul fronte, ad esempio, del rispetto dei diritti dei lavoratori e della tutela dell’ambiente permette alle aziende di diffondere i valori di sostenibilità che hanno deciso di adottare al loro interno.

Come fa Intesa Sanpaolo. Chi vuole lavorare con l’istituto bancario, infatti, deve iscriversi al “portale fornitori”; e già nella fase di registrazione scatta una prima selezione: gli aspiranti fornitori devono accettare il codice etico di Intesa Sanpaolo e compilare un questionario obbligatorio dedicato ai temi di responsabilità sociale e ambientale, fornendo la documentazione di supporto. Non si tratta di una mera formalità, fanno sapere dalla banca, perché vengono fatte delle verifiche dirette. L’iscrizione al portale è il presupposto per stipulare i contratti di fornitura ed è richiesta anche agli studi legali.

Una procedura simile a quella messa in campo da Siemens: tutti i fornitori, compresi quelli dell’ufficio legale, devono impegnarsi a rispettare i principi e le richieste del codice etico per i fornitori relativi alle loro responsabilità nei confronti dei propri stakeholder e dell’ambiente. Inoltre, per diventare fornitori Siemens occorre superare la valutazione su temi di responsabilità sociale compilando un questionario di autovalutazione. Anche qui, Siemens si riserva la possibilità di svolgere audit di sostenibilità o anche ispezioni presso i fornitori.

Ma le verifiche dei potenziali clienti in alcuni casi iniziano in una fase precedente rispetto a quella della registrazione tra i fornitori. Ci sono infatti aziende - spiegano dagli studi - che inviano dei questionari con cui indagano a 360 gradi le politiche di sostenibilità delle law firm. Si tratta di una sorta di “preselezione”, con cui di fatto le aziende valutano se ammettere o no uno studio tra i propri interlocutori.

Sotto la lente finiscono le pari opportunità e le politiche contro le discriminazioni, il rispetto per l’ambiente e i progetti di impatto sociale. «Si tratta - spiega Francesca Angeloni, partner dello studio internazionale Hogan Lovells - di richieste che arrivano principalmente dai clienti internazionali, soprattutto americani, molto attenti a curare la loro reputazione, che passa anche dalla sostenibilità dei fornitori. Ma anche le aziende italiane stanno iniziando a essere più attente alle policy e a i valori degli studi a cui si rivolgono. Rispondere a queste esigenze - prosegue - non è un’operazione rapida ma richiede una dettagliata analisi interna».

Le richieste di informazioni che con più frequenza vengono poste dai clienti agli studi legali riguardano, precisa Angeloni, «le politiche per la diversity di genere, religione, etnia e cultura, seguite dalle iniziative a tutela dell’ambiente». Che l’interesse per la diversity sia radicato lo dimostra anche il Model diversity survey dell’American bar association: un questionario che le law firm possono compilare ottenendo un punteggio. «Noi lo facciamo regolarmente», dice Angeloni.

«Le aziende italiane non ci propongono ancora questionari strutturati sulla sostenibilità in senso ampio - spiega Manuela Cavallo, socia dello studio Portolano Cavallo - ma l’interesse crescente per i temi si sente. Invece i clienti sono già molto attenti al tema della diversity nei questionari che mandano per le nostre offerte. Cominciano a fare attenzione alle scelte a tutela dell’ambiente: quando vengono in studio fanno caso all’uso della plastica e della carta, ad esempio, che noi da tempo abbiamo ridotto». Per Cavallo «l’attenzione per la sostenibilità è un trend che si sta affermando e che diventerà importante nei prossimi anni. Gli avvocati, intanto, stanno già reagendo». Tanto che il congresso dell’Associazione internazionale dei giovani avvocati (Aija), che Cavallo sta organizzando a Roma dal 3 al 7 settembre, sarà dedicato proprio al tema della sostenibilità.

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