Professione e Mercato

Specializzazioni, ok del Consiglio di Stato

di Patrizia Maciocchi

Più indirizzi di specializzazione, un colloquio che perde le caratteristiche di esame e viene fatto con una commissione che ha maggiori garanzie di terzietà, meno peso al numero degli incarichi a favore della qualità. Sono alcune novità del nuovo decreto ministeriale sulle specializzazioni forensi, che ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio di Stato. Il testo è stato ridisegnato dopo la fumata nera dei giudici di Palazzo Spada del maggio scorso. Nel mirino dei giudici amministrativi erano finiti in particolare tre aspetti: la suddivisione delle specializzazioni, la genericità del colloquio e la sanzione disciplinare per chi spendeva il titolo di specialista. Il Consiglio di Stato, aveva esortato il legislatore a guardare al mercato, non solo nell’assetto attuale, ma con un orizzonte ampio. Un’operazione da fare attraverso un’analisi di impatto, dalla quale ricavare indicazioni per modificare lo schema del Regolamento, in base alla domanda e all’offerta dei servizi legali. Uno studio che ha evidenziato un netto disallineamento. Notevoli le differenze tra grandi e piccoli centri urbani e zone rurali, e grandi e piccole e medie imprese. Ora, dati alla mano, i giudici approvano gli interventi fatti.

Nel diritto civile entrano nuovi indirizzi come il diritto dei contratti e quello dell’innovazione tecnologica. Sul penale debutta il diritto dell’informazione e quello dell’internet e delle nuove tecnologie, mentre il settore d amministrativo si arricchisce del diritto dei beni culturali, dell’energia, della contabilità pubblica e del contenzioso finanziario e statistico. Il Consiglio di Stato esprime apprezzamento per modifiche che «meglio riflettono gli ambiti attuali di specializzazione dell’offerta dei servizi legali».

Per il colloquio, bollato in primavera come uno strumento dai contorni nebulosi, gli interventi riguardano sia il merito sia il l metodo. Non più una sorta di esame ma l’occasione per illustrare i titoli. Il numero degli incarichi non è più tassativo, pur se fissato a 10 dagli originari 15, mentre pesa la qualità.

Maggiori garanzie di terzietà arrivano da una commissione composta da tre avvocati iscritti all’albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori e da due professori universitari di ruolo, qualificati nel settore oggetto di specializzazione. Il Consiglio nazionale forense nomina un componente avvocato, mentre i restanti sono individuati con un decreto del ministero della Giustizia. Sparisce dal testo del Regolamento la previsione della sanzione per chi usa illegittimamente il titolo di specialista, che resta oggetto di provvedimento disciplinare, come già previsto dal Codice deontologico.

Per il consigliere del Cnf Giovanni Arena, con delega all’Osservatorio si tratta di uno strumento nuovo per rendere più efficace la presenza dell’avvocatura sul mercato dei servizi legali: «È un primo risultato raggiunto, anche grazie al costante confronto con gli ordini territoriali e con le associazioni specialistiche - ricorda Arena - un testo che potrà essere aggiornato tenendo conto delle indicazioni che verranno dal mercato nei prossimi anni».

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