Professione e Mercato

Per i giovani i rischi vengono dalle tecnologie senza qualità

di Antonello Cherchi e Valeria Uva

È un mercato sempre più ristretto quello delle riserve di legge anche per i professionisti più giovani. Che però sono concordi nel ritenere che la vera minaccia venga dall’esterno del sistema ordinistico: dalle professioni non regolamentate, e ancora di più, dalle nuove tecnologie. «Proliferano le piattaforme telematiche a cui ci si può iscrivere anche con profili fake - lamenta Pietro Latella, presidente dell’associazione Giovani consulenti del lavoro (Angcdl) e da lì si possono offrire servizi senza controlli e senza garanzia di qualità».

Anche i notai si sentono “sotto pressione”, dopo aver già perso negli anni alcune esclusive (quella sulla cancellazione delle ipoteche, possibile anche ad opera della banca, e sulla costituzione di start up innovative a favore di avvocati e commercialisti con firma digitale). «Ma per i giovani notai il problema non è la difesa dell’orticello, quanto il fatto che non si percepisca più il valore aggiunto del notaio che agisce sempre in qualità di pubblico ufficiale ed è soggetto a rigidi controlli ministeriali e delle Entrate» sottolinea Alberto Chiosi, neoeletto presidente dei giovani della categoria che rilancia su nuove attribuzioni: «In discussione - spiega - ci sono l’autentica dei patti prematrimoniali e la valutazione della capacità di compiere atti di volontaria giurisdizione da parte dei soggetti deboli. Quest’ultima servirebbe anche a disingolfare i tribunali». Secondo Alberto Vermiglio, presidente Aiga (giovani avvocati) «dietro questa spasmodica ricerca di nuovi spazi di mercato c’è la riduzione dei redditi seguita all’abolizione delle tariffe minime», ma se l’apertura si verifica verso professioni assimilabili agli avvocati «può essere un valore». «Quello che non capisco - aggiunge - è come si sia potuta aprire la mediazione a categorie così distanti quali ad esempio i periti agrari, che ora però possono operare solo insieme ai legali», conclude.

Daniele Virgillito, alla guida dell’Unione giovani commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) invoca una «riserva di filiera, per mettere a sistema le competenze trasversali di tutte le professioni ordinistiche e andare incontro alle esigenze sempre più complesse dei clienti».

Per tutti il vero baluardo resta la qualità della prestazione professionale, soggetta alla sorveglianza degli Ordini.

«La sola esperienza acquisita sul campo non basterà più - chiosa Virgillito - perché potrà essere scavalcata non dai concorrenti in carne ed ossa ma dall’intelligenza artificiale».

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