Professione e Mercato

Avvocati, lieve incremento dei redditi grazie al traino di giovani e donne

di Valeria Uva

I redditi degli avvocati restano fermi, intorno allo “zero virgola”, ma dalla categoria trapela qualche segnale di ottimismo. Cresce infatti la quota di chi ha visto migliorare il proprio fatturato nel 2018: 29,6% contro il 25% dello scorso anno. Solo uno su tre, al contrario, ha subito una contrazione.

Certo, i redditi medi 2018 sono aumentati solo dello 0,5% rispetto all’anno precedente. E, di fatto, è rimasta inchiodata anche la crescita della categoria: solo uno 0,3% di iscritti all’Albo in più. Senza contare il perdurante calo degli iscritti a giurisprudenza: 11mila in meno negli ultimi otto anni.

Eppure, nel complesso, è un quadro non più a tinte solo fosche quello che emerge dal IV rapporto Censis sull’avvocatura italiana («Giustizia, professione e welfare» ) promosso da Cassa forense e presentato ieri. Il futuro poi, per il campione di oltre 8mila avvocati intervistati, è ancora meno cupo: solo un terzo prevede di peggiorare il fatturato nei prossimi due anni, gli altri intravedono stabilità o miglioramento.

Per il presidente di Cassa forense, Nunzio Luciano, sono positivi soprattutto «gli indicatori di un miglioramento del reddito, sia pure in misura molto contenuta, di giovani e donne». Queste ultime infatti hanno sofferto lo scorso anno cali minori rispetto ai colleghi uomini (34% contro il 36% dei maschi). Mentre i giovani under 40 hanno fatto registrare la migliore performance di incremento del fatturato (per il 42,5% di loro contro il 20% degli anziani).

Per Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, «si percepisce un clima di miglioramento, la professione forense sta provando a rimettersi in cammino».

Sempre guardando al futuro e allo sviluppo delle nuove tecnologie, gli avvocati per ora non percepiscono l’intelligenza artificiale come una minaccia (62%), anzi vedono negli algoritmi un efficace supporto per la propria attività. A preoccuparli di più è ancora la lunghezza dei processi. Assillo, questo, condiviso con i loro clienti: il 61% del campione di italiani intervistati dal Censis sul tema giustizia ha messo al primo posto la richiesta di interventi concreti per ridurre la durata dei giudizi. Un obiettivo che per oltre il 56% dei legali va ottenuto con una migliore organizzazione, anziché attraverso l’allargamento della prescrizione (valutazione negativa sull’istituto per oltre il 40 per cento). Giudizi critici che trovano sponda anche nel presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, scettico sulla riforma della giustizia annunciata dal ministro Alfonso Bonafede: «Il problema dell’efficenza si risolve solo con investimenti economici - ha commentato - le riforme procedurali non portano a soluzioni definitive».

Proprio dal ministro Bonafede (che ha mandato un messaggio) i legali hanno incassato ieri l’impegno a inserire la figura dell’avvocato in Costituzione «a garanzia del diritto alla difesa», e l’avvio dell’esame del Ddl sul gratuito patrocinio che dovrà garantire tempi certi di liquidazione delle parcelle. Oltre all’impegno a proseguire il monitoraggio sull’equo compenso svolto dalla cabina di regia al Ministero.

Infine, la stessa Cassa forense lancia oggi i propri corsi online sui temi previdenziali, validi per raggiungere il numero minimo di crediti formativi obbligatori. È attiva infatti la piattaforma di e-learning, cui si accede dietro registrazione.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©