Professione e Mercato

Non va radiato il medico che fa l’assessore

di Giovanni Negri

No alla radiazione del medico-assessore che ha contribuito a prendere una decisione sgradita all’Ordine. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con una sentenza le cui motivazioni saranno note solo tra qualche tempo, ma il cui contenuto è stato anticipato da un comunicato diffuso ieri.

A sollevare conflitto di attribuzioni era stata la Regione Emilia Romagna nei confronti dell’Ordine dei medici di Bologna. La Regione aveva impugnato la sanzione della radiazione dall’Albo, adottata dalla Commissione disciplinare dell’Ordine nei confronti di Sergio Venturi, medico e assessore regionale alle politiche per la salute, perché aveva proposto e contribuito ad approvare una delibera della Giunta regionale sulla possibilità di impiegare infermieri nelle ambulanze anche in assenza dei medici. Atto evidentemente non gradito all’Ordine. Più in dettaglio, la misura disciplinare si riferisce alla delibera della Giunta regionale 11 aprile 2016, n. 508, adottata in applicazione di norme statali sulla valorizzazione delle professionalità di tutto il personale della sanità e di un atto di intesa intervenuto tra lo Stato e tutte le Regioni italiane.

La delibera della Regione assegna agli infermieri compiti applicativi, mentre riserva ai medici tutte le funzioni decisorie, anche se chiarisce che «l’impiego di personale infermieristico specializzato nell’assistenza sanitaria in emergenza (ambulanza 118) deve comunque assicurare che l’intervento infermieristico è basato sulla rilevazione non discrezionale di segni e sintomi e sulla somministrazione di farmaci per la quale non è consentita alcuna possibile scelta tra diverse strategie terapeutiche».

Tuttavia per l’Ordine (la vicenda ha avuto anche strascichi penali con l’apertura di un’indagine da parte della Procura di Bologna per abuso d’ufficio), un medico, anche se diventato assessore, non può presentare in giunta una delibera che trasferisce competenze esclusive dai medici agli infermieri.

La Corte costituzionale ha deciso che non spettasse all’Ordine provinciale dei medici di Bologna adottare un provvedimento disciplinare nei confronti di un componente della Giunta regionale medico, per aver proposto e concorso ad approvare un atto politico-amministrativo regionale sgradito all’Ordine professionale. Così facendo, sottolinea il comunicato, l’Ordine dei medici ha invaso la competenza assegnata alla Regione dagli articoli 117, terzo comma, e 118 della Costituzione, in materia di organizzazione sanitaria.

La Corte ha ritenuto che l’Ordine, nel sanzionare il medico-assessore, di fatto ha sindacato le scelte politico-amministrative della Giunta in materia di organizzazione dei servizi sanitari, su cui non ha alcuna competenza.

Per il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, «al di là dell’essere convinti dell’efficacia del nostro provvedimento abbiamo sempre avuto la convinzione che fosse grave l’invasione della sfera di autonomia costituzionalmente riservata alla Regione. La Corte ha ripristinato la legalità violata».

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