Professione e Mercato

Mantenere i brevetti, anche in tempi di pandemia

Sempre più la ricerca applicata esige risorse umane e finanziarie che richiedono a loro volta un incentivo per ammortizzare gli investimenti operati. Tale incentivo è costituito dai diritti di brevetto

di Mario Franzosi e Giulia Romanelli*


L'attuale situazione di emergenza sanitaria e la produzione dei vaccini anti - Covid19 ha sollevato dibattiti sul sistema dei brevetti.

La soluzione di abolire i brevetti al fine di produrre più vaccini ed in tempi più rapidi, proposta di recente da alcuni esperti, pare eccessiva perché i brevetti (e, in generale, la tutela della proprietà intellettuale) servono proprio a garantire la ricerca.

I brevetti sono stati inventati 2600 anni fa, da allora hanno portato solo benefici: sarebbe un errore abolirli o sospenderli. Persino i sistemi contrari alla creazione di esclusive, come quelli dei paesi comunisti nella più rigida struttura staliniana, hanno riconosciuto che i brevetti sono necessari.

I brevetti, e più in generale la proprietà intellettuale, svolgono un ruolo fondamentale nella tutela dell'innovazione e nel generare incentivi alla ricerca e sviluppo. Tale profilo è ben evidente in un settore come quello farmaceutico. È certamente vero che, sempre più, l'attuale ricerca applicata esige risorse umane e finanziarie che richiedono a loro volta un incentivo che ammortizzi gli investimenti operati. Tale incentivo è costituito dai diritti di brevetto.

Ogni soluzione che scoraggi l'innovazione non pare quindi opportuna, anche se motivata da circostanze eccezionali ed urgenti. Se si inizia ad introdurre una eccezione, sia pure ridotta per un caso ridotto, si finisce per rendere possibile l'eccezione più ampia per altri casi, spesso ritenuti meritevoli di eccezione.

Differenti soluzioni soddisfacenti sono possibili secondo le leggi attuali.
Le leggi brevettuali nazionali forniscono strumenti per garantire un bilanciamento tra l'esigenza di tutela della salute pubblica ed il diritto del titolare del brevetto a vedersi riconosciuta una congrua remunerazione per l'attività di ricerca e innovazione.

Sulla base della disciplina attuale è possibile introdurre delle limitazioni al diritto di brevetto. E' questa la licenza obbligatoria per motivi di interesse pubblico.

A tal fine occorre un provvedimento della Pubblica Amministrazione che è legittimata ad autorizzare per esigenze nazionali lo sfruttamento dell'invenzione da parte di terzi, purché venga corrisposto al titolare un equo compenso.

Il provvedimento può essere emesso in tempi rapidi. In questo modo si garantisce un bilanciamento degli interessi del titolare del brevetto, dello Stato e dei terzi beneficiari.

L'istituto della licenza obbligatoria è previsto dalla legge italiana e dalle convenzioni internazionali.

Dunque la soluzione che occorre non è quella di stravolgere la legge, ma invece di applicarla.

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*Studio Franzosi Dal Negro Setti

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