Civile

Suicidio assistito, nelle Marche prima udienza contro rifiuto Asl

Dopo il no dell'azienda sanitaria, l'uomo ha chiesto al giudice di ordinare alla Asl di effettuare, come prevede la sentenza 242/2019 della Consulta, le verifiche sulla sua condizione

di Simona Gatti

E' iniziato oggi nelle Marche il procedimento di urgenza contro una Asl che si è rifiutata di applicare la "sentenza Cappato" della Corte costituzionale.

Il tema al centro della prima udienza di questa mattina è il suicidio assistito richiesto da un uomo di 42 anni affetto da tetraplegia irreversibile. Dopo il no dell'azienda sanitaria marchigina l'uomo, seguito dagli avvocati del Comitato dei giuristi per le libertà dell'Associazione Luca Coscioni, ha chiesto al giudice di ordinare alla Asl di effettuare, come prevede la sentenza n. 242 del 2019 della Consulta, le verifiche sulla sua condizione, per poi procedere, dopo il parere del comitato etico, alla prescrizione del farmaco letale.

Secondo la sentenza della Corte costituzionale, infatti, è legittimo che malati gravissimi in determinate condizioni, possano far richiesta di porre fine alle proprie sofferenze, attraverso un iter tramite Ssn che metta in pratica il suicidio medicalmente assistito. La cosiddetta "sentenza Cappato" , in particolare, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 580 del codice penale per la sola parte relativa all'aiuto al suicidio, stabilendo che non è punibile solo se fornito a una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del Servizio Sanitario Nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.

In attesa della decisione dei giudici, Filomena Gallo, avvocato del collegio difensore e Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato "che è una crudeltà inaudita che i cittadini in condizioni gravissime debbano passare per i tribunali per ottenere risposte sull'esercizio dei propri diritti costituzionali; il Ministro della Salute, Roberto Speranza, quello della Giustizia, Marta Cartabia, e tutto il Governo dovrebbero procedere nel rispetto della Costituzione con gli atti necessari affinché le strutture pubbliche del Ssn applichino la sentenza della Corte costituzionale".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©