Civile

Fumare sul luogo di lavoro: licenziamento o sanzione conservativa

a cura della Redazione di PlusPlus24 Diritto

Lavoro e occupazione - Licenziamento per giusta causa - Illegittimità - Lavoratore addetto alle pulizie che fuma sul luogo di lavoro senza aver messo in pericolo persone e beni aziendali - Sanzione conservativa - Applicazione.
E' illegittimo il licenziamento per giusta causa del dipendente addetto alle pulizie per aver violato il divieto di fumo durante l'orario di lavoro senza aver messo comunque in pericolo persone e beni aziendali ma è da applicare la sanzione conservativa dell'ammonizione o della sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, sentenza 26 giugno 2020 n. 12841

Lavoro e occupazione - Licenziamento - Lavoratore che fumi nel luogo di lavoro - Materiale altamente infiammabile - Codice disciplinare - Affissione - Bacheche - Accessi allo stabilimento - Timbratrice - Segnali di divieto di fumo.
Licenziamento in tronco per il lavoratore che fumi nel luogo di lavoro che - per sua natura - contenga materiali altamente infiammabili. I giudici di merito avevano già rilevato come l'affissione del codice disciplinare presso le bacheche degli accessi allo stabilimento, in prossimità della timbratrice e la presenza all'interno dello stesso di visibili segnali di divieto di fumare fossero condizioni sufficienti per la giusta causa del licenziamento intimato.
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, sentenza 23 novembre 2016 n. 23862

Licenziamento individuale - Stabilimento ad alto rischio incendio - Violazione del divieto di fumo - Recesso per giusta causa - Legittimità.
E' legittimo il licenziamento di un lavoratore per inosservanza del divieto di fumo quando, valutate tutte le circostanze oggettive e soggettive, la condotta contestata appaia irrimediabilmente lesiva del vincolo fiduciario (nel caso di specie, la Suprema Corte ha ritenuto adeguata la sanzione del recesso per giusta causa, in quanto nell'ambiente di lavoro vi era un'alta potenzialità di rischio incendio, inoltre il dipendente, che aveva già subìto una sanzione conservativa per violazione del divieto di fumo, svolgeva il ruolo di caporeparto e in tale veste aveva il compito di controllare che i lavoratori del reparto rispettassero le norme contrattuali compreso il divieto di fumo).
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, sentenza 10 luglio 2015 n. 14481

Lavoro - Lavoro subordinato - Contratto collettivo - Interpretazione - Sindacabilità in cassazione - Limiti - Fattispecie in tema di licenziamento disciplinare per violazione del divieto di fumare all'interno dello stabilimento.
L'interpretazione dei contratti collettivi di diritto comune costituisce valutazione in fatto rimessa al giudice di merito, sindacabile in cassazione solo sotto i profili della violazione delle regole legali di ermeneutica contrattuale e del vizio di motivazione. (Nel caso di specie, la S.C. ha ritenuto esente da vizi di motivazione la sentenza di merito con la quale veniva dichiarata l'illegittimità del licenziamento intimato per l'inosservanza del divieto di fumare all'intero dello stabilimento, sulla base della interpretazione degli articoli 24 e 25 del CCNL 14.12.1990, applicabile al rapporto di lavoro, in base alla quale la violazione del divieto di fumare poteva essere sanzionata con le più lievi sanzioni della ammonizione scritta, multa o sospensione, laddove la sanzione espulsiva era legittimamente irrogabile solo in caso di esposizione a pericolo di persone e cose, non verificatosi nel caso di specie).
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, sentenza 16 aprile 2004 n. 7291

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