Professione e Mercato

Covid-19, il Governo pensa al "Ristori Ter" - L'ipotesi del Fondo perduto per i professionisti

Presutto: "stiamo lavorando per includere i professionisti"; Accoto, si cambia paradigma: "si considererà il calo di fatturato"<br/>

di Francesco Machina Grifeo

Una conferma alla ridda di voci che dipinge come ormai inevitabile un decreto “Ristori Ter”, così come un nuovo scostamento di bilancio (20 o addirittura 30mld di deficit in più per il 2021), è arrivata questa mattina dal Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. “Il governo è pronto a stanziare altre risorse per eventuali nuovi ristori anche con un 'Ristori ter' o eventualmente anche con un nuovo scostamento di bilancio", ha affermato il Ministro. "Siamo in grado di confermare – ha proseguito - che tutti saranno aiutati, in questo momento difficile per il Paese".


Cresce anche il pressing parlamentate per estendere i ristori già disposti con i primi due decreti, ora fusi in un provvedimento unico all’esame del Senato. Il Relatore Vincenzo Presutto (M5S) chiede di guardare alle "filiere e cali di fatturato" e non solo a chi è toccato direttamente dagli ultimi Dpcm. “Stiamo lavorando - afferma Presutto - per garantire sostegni a una platea più vasta, estesa anche a professionisti e autonomi con contributi a fondo perduto legati al calo di fatturato".


Per la senatrice Rossella Accoto, capogruppo M5S nella commissione Bilancio "Non c'è due senza tre. Dopo il decreto Ristori 1 e bis, il Governo sta già lavorando per varare un nuovo e ancor più incisivo decreto Ristori ter”. “Nel nuovo provvedimento - spiega -, si cambia impostazione: si vorranno ristorare non solo le attività chiuse dai Dpcm ma anche tutte quelle attività, e tutti i professionisti, che hanno avuto ingenti cali di fatturato da calcolare su un arco temporale di più mesi”. 


Intanto il mondo delle professioni, tagliato fuori dai Ristori 1 e bis, resta in attesa di notizie certe. Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) e Vice Presidente vicario di Confassociazioni, in una lettera ai vertici del MEF ed ai Presidenti delle Commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato parla della volontà  “molto apprezzata” di “includere tra coloro che avranno un contributo anche le attività professionali che pur non obbligate alla chiusura hanno subito inevitabili perdite di ricavi”.

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