Giustizia

Esame d'avvocato: possibile concludere il "primo orale" in tre settimane

Secondo le proiezioni del Ministero, con l'opzione di 500 Sottocommissioni i candidati sarebbero soltanto 52 per Collegio

di Francesco Machina Grifeo

Seguendo l'ipotesi più favorevole messa in campo da Via Arenula, il primo orale, quello sostitutivo delle prove scritte, potrebbe concludersi in meno di un mese, addirittura in due tre settimane. Con una nota diffusa in serata, il Ministero della Giustizia ha infatti reso noto gli esiti del "grande sforzo organizzativo" che sta dietro alle le nuove modalità di svolgimento dell'esame di Stato, per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato per la prossima sessione.

Le sottocommissioni passeranno da 94, quante erano nel 2019, composte da 10 membri ciascuna, a ben 250, con 6 membri (tre titolari e tre supplenti). Ma, e qui sta il secondo salto, "in caso di necessità", si potranno dividere in ulteriori sottocommissioni da 3 membri, diventando quindi 500 in totale.

A questo punto, sempre secondo le proiezioni del Dipartimento Affari di Giustizia del Ministero, ogni sottocommissione da tre membri avrebbe complessivamente 52 candidati da esaminare in totale. Mentre una commissione da sei membri ne avrebbe in carico 104.

Ora partendo dalla previsione di un'ora a disposizione di ogni candidato, a cui si devono aggiungere i tempi di decisione da parte della Commissione, si può ipotizzare l'esame di 4-5 candidati al giorno, per cinque giorni la settimana, il che porterebbe nella prima ipotesi a concludere la prova orale in 2-3 settimane, mentre ne servirebbero 5 o 6 con 250 Commissioni, comunque si potrebbe rimanere entro i due mesi.

"A fronteggiare il carico di lavoro in tempi ragionevoli - conclude il Ministero - contribuiranno il decentramento logistico e la digitalizzazione, insieme alla possibilità di attingere personale amministrativo anche da altre pubbliche amministrazioni, diverse dall'ambito della Giustizia".

Associazioni praticanti critiche - Pareri critici contro il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri di oggi, arrivano dall'Unione Praticanti Avvocati, presieduta da Claudia Majolo, e dall'Associazione Italiana Praticanti Avvocati, vicepresidente Vincenzo La Licata. "Trattasi - scrivono in una nota - di una pericolosa ghigliottina che rischia di rendere l'esame ancora più complesso rispetto a prima".

Nel mirino finisce la "prima prova orale" che richiederebbe "una preparazione totalmente differente, sia nei tempi, che nelle modalità, rispetto alle prove scritte" e dunque richiede più tempo per la preparazione.

Stessa critica anche per la seconda prova orale: "I 60 giorni tra la prima e la seconda prova non sono sufficienti!", esclamano i praticanti secondo i quali sarebbero necessari "almeno 3 o 4 mesi".

Parere contrario anche per "l'esclusione della possibilità di svolgere le prove orali innanzi a commissioni presso la propria Corte d'Appello". E non piace neppure l'obbligo si essere esaminati "sulla materia (o sulle materie) sostanziale non oggetto del primo orale".

Infine, giudizio negativo anche sulla presenza del candidato che determinerebbe comunque una maggiore circolazione con i relativi rischi sanitari.

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