Comunitario e Internazionale

Il contenzioso internazionale: un bilancio alla fine di un anno di grandi cambiamenti

Non c'è dubbio che nel 2020 ci sia stato, all'estero come in Italia, un generale rallentamento delle attività giudiziarie. Durante il primo lock-down di marzo-maggio, infatti, in quasi tutto il mondo sono stati adottati provvedimenti di sospensione dei procedimenti non urgenti con l'unica significativa eccezione della Germania, nella quale i tribunali hanno continuato nei momenti più complessi a svolgere anche l'attività ordinaria.

di Giovanni Montanaro*


È utile, alla fine di un anno così complicato, valutare come abbia inciso l'emergenza pandemica sull'andamento dei contenziosi internazionali e provare a evidenziare quali siano le prospettive future per le imprese.

Non c'è dubbio che nel 2020 ci sia stato, all'estero come in Italia, un generale rallentamento delle attività giudiziarie. Durante il primo lock-down di marzo-maggio, infatti, in quasi tutto il mondo sono stati adottati provvedimenti di sospensione dei procedimenti non urgenti con l'unica significativa eccezione della Germania, nella quale i tribunali hanno continuato nei momenti più complessi a svolgere anche l'attività ordinaria.

Ma quel che appare più significativo è che, nei mesi successivi, a partire dall'estate, l'attività ha comunque subito limitazioni, non c'è stato un recupero del tempo perduto ma si è piuttosto notata una generale lentezza nei procedimenti, compensata solo in parte da un sempre più massiccio ricorso agli strumenti informatici che certamente rimarrà anche in futuro.

Gravi ritardi hanno subito specialmente le attività relative alla fase istruttoria, le più difficili da svolgere da remoto, come per esempio l'escussione di testimonianze o lo svolgimento di operazioni peritali, tutte posticipate viste le limitazioni agli spostamenti. Pur con lodevoli eccezioni è poi purtroppo da segnalare che non si è registrata alcuna significativa accelerazione nell'emissione di provvedimenti da parte dei giudici.

Questo bilancio vale probabilmente in primis per il contenzioso domestico. In ambito internazionale, però, bisogna distinguere come hanno reagito all'emergenza i diversi Paesi. In Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e Nuova Zelanda, in Russia e in Cina si sono confermati degli standard più o meno accettabili, mentre gravissimi problemi sono da registrarsi per esempio in Africa o in India o in America Latina, Paesi in cui si è palesata una più evidente difficoltà di (ri)organizzare il sistema di giustizia durante la pandemia.

In questo complesso scenario, l'attività di contenzioso internazionale è comunque proseguita e la lezione di questo 2020 è che dai rapporti con l'estero non si può prescindere, perché rappresentano tuttora grandissime e imprescindibili opportunità (le uniche probabilmente che potranno consentire alle nostre imprese di riprendere a crescere). È però necessario affrontare questa sfida con strumenti diversi, sempre più mirati, e questo ha conseguenze anche nella gestione futura del contenzioso.

Come si è giustamente rilevato in altri contesti, la crisi del 2020 ha spesso accelerato processi già in atto da anni. Provo allora a evidenziare i principali.

In primo luogo, si è fatto e si farà un maggiore ricorso a tentativi di mediazione per valutare la possibilità di trovare una soluzione bonaria tra le parti. Le attività di mediazione (che in Italia hanno il loro miglior punto di riferimento nella negoziazione assistita ex L. 162/14, spesso sottovalutata) consentono ai legali di avere più chiari gli elementi della controversia così da prevedere (direi, prevenire) l'esito di un eventuale contenzioso, potendo consigliare il proprio cliente sulla base di elementi concreti. Utile anche l'intervento di un terzo soggetto mediatore, ma talvolta sono più che sufficienti i legali di parte. Da segnalare l'importanza, specie in ambito internazionale, di chiare regole che garantiscano per esempio confidenzialità alle informazioni e ai documenti scambiati.

In linea generale, hanno brillato per efficienza le corti arbitrali; per esempio, la International Chamber of Commerce o la London Court of International Arbitration si sono affrettate a emendare i propri regolamenti allo scopo di gestire da remoto tutto il procedimento sin dalla presentazione di una Request, ma flessibilità e velocità è stata garantita anche dagli arbitrati non amministrati. Preme però segnalare che una sempre maggiore informatizzazione della procedura non ha fatto seguire una auspicabile riduzione dei costi che rimangono il vero punto che limita il ricorso all'attività arbitrale e che la rende non conveniente per contenziosi di valore modesto o anche medio.

Con riferimento, viceversa, ai tribunali ordinari, si è invece notato un significativo incremento nel ricorso alle procedure cautelari, in particolare sequestri conservativi ma anche provvedimenti dal contenuto atipico (sulla scorta di quanto previsto in Italia dall'art. 700 c.p.c). È da segnalare che la stessa pandemia ha spesso costituito il presupposto sufficiente a dimostrare la sussistenza del periculum in mora e che molti giudici hanno adottato soluzioni equilibrate ed intelligenti.

Con riferimento alla gestione del credito, è proseguito senza troppi ritardi il ricorso a procedure di ingiunzione sommaria, previste (e gestite in via interamente telematica) in quasi tutti gli ordinamenti del mondo. È anche da segnalare una maggiore attenzione da parte dei tribunali italiani nella emissione di decreti ingiuntivi europei ex Reg. 1896/2006, strumento piuttosto trascurato ma spesso molto efficace. Appaiono ormai superati i ritardi degli scorsi mesi nelle attività di notifica mentre permangono in molti Paesi (ma non tutti) quelli relativi alle attività esecutive.

Ancor più che in passato, nel 2020 è stato dunque necessario un approccio "sartoriale" alle problematiche di contenzioso internazionale si è confermata la necessità per le imprese di rivolgersi a professionisti esperti, eventualmente da affiancare ai propri consulenti per le controversie in ambito nazionale.

Un esperto di diritto internazionale, insieme con la propria rete di corrispondenti esteri, ha la responsabilità di stabilire la più corretta strategia in un ventaglio di opzioni è che spesso molto ampio e parte dalla esatta conoscenza non solo della legge applicabile (solo talvolta standardizzata da convenzioni internazionali) ma soprattutto degli strumenti processuali a disposizione nei diversi ordinamenti.

Su questo punto, è da scardinare definitivamente anche il tradizionale approccio per il quale è sempre più conveniente attrarre il foro di eventuali contenziosi in Italia. In alcuni casi ciò può essere impossibile (se non stabilito pattiziamente) o può dare esito a decisioni che non possono essere comunque riconosciute ed eseguite all'estero (ad esempio, negli Stati Uniti o in Russia).

Ma, più in generale, è spesso più efficace e vantaggioso (e talvolta, persino più economico) il ricorso a strumenti previsti all'interno degli ordinamenti ove si trova il foro del convenuto.

In un mondo che si è chiuso ma che non vede l'ora di riaprirsi, dunque, il bilancio di un anno difficile è comunque che il contesto internazionale resta attrattivo e il contenzioso internazionale va affrontato con specifiche competenze.

Pare quasi superfluo segnalare poi che a tali competenze si dovrebbe far ricorso sin dalla nascita del rapporto commerciale, con la redazione di contrattualistica adeguata a definire chiaramente diritti e obblighi delle parti nonché le modalità più convenienti per la risoluzione di eventuali controversie.

Ultimo consiglio; alla fine di un anno eccezionale, in cui talvolta ci sono state priorità diverse da quelle di una chiara mappatura dei propri contenziosi, attivi o potenziali, è il momento di fare un punto della situazione, per impostare in modo corretto la propria attività, accelerarla ove necessario e possibile nonché prevenire rischi anche banali, come potrebbe essere anche la semplice (rapida) prescrizione dei crediti in ambito internazionale, in difetto di attivazione di adeguate procedure giudiziali.

*Giovanni Montanaro, avvocato e partner studio legale Rödl & Partner

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