Giustizia

Nodo prescrizione, con Cartabia cresce la disponibilità per una riforma di sistema

Prime aperture dei partiti, e delle Associazioni, pronte ad ascoltare il neo ministro Guardasigilli su di una riforma che accorci i tempi del processo

Sul nodo della prescrizione, primo vero banco di prova parlamentare del nuovo Governo Draghi, qualcosa si muove. Ad un giorno dalla fiducia in Parlamento, l'abolizione della prescrizione, 'bandiera' dell'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede e del suo Movimento, resta al centro di alcuni emendamenti al decreto milleproproghe, all'esame della Commissione Affari costituzionali della Camera che potrebbero andare al voto già venerdì. I tempi per l'approvazione dell'intero Dl sono comunque molto stretti, visto che "scade" il primo marzo e in mezzo ci sono ancora tre passaggi (aula Camera, commissione Senato, aula di Palazzo Madama).

A cominciare a sminare il percorso a Montecitorio sono stati Enrico Costa (Azione) e Riccardo Magi (Più Europa) che hanno annunciato un fermo agli emendamenti sulla prescrizione. "Un gesto di grandissima fiducia nei confronti della Guardasigilli Marta Cartabia - ha affermato Costa in una intervista a Repubblica - è congelare temporaneamente gli emendamenti sulla prescrizione nel decreto Milleproroghe che avrebbero potuto dividere il governo per la prima volta". "Voglio dare un segnale immediato di fiducia e disponibilità verso la nuova Guardasigilli. Sulla prescrizione ci aspettiamo un passo avanti collegiale. Se invece dovessimo trovarci di fronte a uno stallo non esiteremmo a ripresentare le nostre proposte".

E segnali in questo senso arrivano anche dal deputato e responsabile Giustizia e Affari costituzionali di Forza Italia Francesco Paolo Sisto che ai Tg Rai ha confermato "Il leale contributo a questo governo". E in una intervista al "Dubbio" in edicola oggi ha affermato: "Ritirare il nostro emendamento sulla prescrizione? Il primo passaggio non può essere questo. Però è vero che quando si discuterà su quelle proposte, la ministra della Giustizia Marta Cartabia potrà indicare la propria linea sul processo penale. E la ascolteremo. Siamo di fronte a una guardasigilli da tripla A. L'eccellenza". "Cartabia – ha proseguito - è la più alta garanzia che si possa avere per la giustizia e siamo pronti a vedere quale modello propone per la riforma del processo».

Ma una apertura arriva anche da Italia Viva, la terza forza politica, che ha presentato emendamenti blocca prescrizione. In ballo infatti c'è l'intera riforma del processo penale e la prescrizione potrebbe rientrarci. Non esclude l'ipotesi Lucia Annibali, renziana firmataria dell'emendamento pro sospensione. "Sono due temi che vanno tenuti insieme. Di sicuro c'è tutta la nostra fiducia alla neoministra e non vogliamo mettere in difficoltà il governo, valuteremo insieme ai gruppi". Ma rimarca: "La prescrizione non è una bandiera, è un tema importante a cui teniamo".

Temporeggia il Pd che era all'opposizione del Conte 1, quando fu varata la norma. "Bisogna vedere che iniziativa assume il governo, noi attendiamo la fiducia e poi decidiamo", si limita a dire il deputato Dem Stefano Ceccanti. I 5 Stelle chiedono collaborazione. "In questa fase non è tempo di battaglie di bandiera e di provocazioni", ammonisce Giuseppe Brescia nella doppia veste di presidente della commissione Affari costituzionali e relatore del provvedimento, che poi suggerisce la via d'uscita: "Lasciamo al dibattito già avviato in commissione Giustizia alla Camera il compito di trovare una soluzione".

Nelle giornata di ieri, intanto, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia ha affermato che "non è pensabile sterilizzare la prescrizione e non intervenire sui tempi del processo". Secondo Santalucia l'intervento che blocca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio "è una riforma a metà", visto che non si è messo mano a una regolamentazione dei tempi del processo", con il risultato di abbandonare l'imputato a "tempi indefiniti". Spostando dunque l'attenzione su di una riforma complessiva del processo.

E ad allargare il quadro a favore di una riforma del processo penale sembra favorevole anche l'Unione delle camere penali. Per il Presidente Giandomenico Caiazza: "Con il Governo uscente erano state costruite soluzioni volte a ridurre drasticamente i tempi del processo penale, poi tradite dalla legge delega. Quelle soluzioni restano una risorsa per chi voglia davvero affrontare e risolvere con efficacia ed in modo condiviso la piaga della irragionevole durata dei processi in Italia, senza sacrificare o eludere i principi costituzionali del giusto processo". " I penalisti italiani - conclude - sono pronti al confronto, ed alla individuazione di soluzioni concrete, praticabili e condivise".

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