Professione e Mercato

Cartabia: «Sul digitale più fondi per eliminare le disfunzioni»

Ma le Camere penali proclamano 3 giorni di sciopero

Più investimenti in arrivo per la giustizia digitale, eliminando le difficoltà contestate dai penalisti, che ieri hanno condotto le Camere penali a proclamare l’astensione dalle udienze dal 29 al 31 marzo. Questo il messaggio della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, al primo Festival della giustizia organizzato da Aiga e 4CLegal con la media partnership del Sole 24 Ore e dedicato proprio al tema della digitalizzazione. «Con il processo telematico e con più tecnologia - ha sottolineato Cartabia - anche per il sistema penitenziario, con più investimenti anche nel comparto digitale contiamo anche di migliorare le disfunzioni che persistono nel portale telematico di deposito degli atti».

Con il Recovery plan, ha spiegato la ministra la giustizia avrà «un volto nuovo» e sarà «più efficiente e vicina alle esigenze degli operatori e dei cittadini. Questo governo - ha aggiunto - è impegnato innanzitutto nella grande sfida del Recovery plan, pensando proprio alle nuove generazioni. E nella sezione dedicata alla Giustizia, dentro il grande cantiere del Recovery, un capitolo importante è riservato proprio al tema di questo Festival: la digitalizzazione. L’utilizzo degli strumenti informatici si è rivelato fondamentale nella pandemia e continuerà a esserlo, per dare un volto nuovo alla giustizia che cerchiamo di rendere più efficiente e vicina alle esigenze degli operatori e dei cittadini».

Enfasi sul digitale che, per Cartabia, non dovrà però fare dimenticare la necessità della conservazione di momenti di confronto diretto tra le parti nelle diverse fasi processuali.

Tra gli interventi quelli degli ex ministri della Giustizia, Alfonso Bonafede e Angelino Alfano, la lezione magistrale di Luciano Violante e più tavole rotonde che hanno visto coinvolti i vertici della magistratura, con il primo presidente della Corte di cassazione, Pietro Curzio, il suo predecessore Giovanni Canzio e il presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, oltre a rappresentanti dell’avvocatura e dell’accademia.

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