Penale

Prescrizione, congelato lo scontro alla Camera

In sede di conversione del Dl Milleproroghe non saranno vatate le proposte di blocco della riforma Bonafede

di Giovanni Negri

La guerra dei mondi sulla prescrizione non si combatterà, per ora. Gli emendamenti presentati da diverse forze politiche al decreto legge Milleproroghe, in discussione nelle commissioni alla Camera, non saranno oggetto di voto. Con sfumature diverse i proponenti, tutti a vario titolo oggi rientranti nel perimetro della nuova maggioranza, hanno deciso di congelare le proposte depositate, accomunate dal blocco della riforma Bonafede per almeno un anno.

Chiara l’intenzione di non andare subito alla conta, si sarebbe votato venerdì probabilmente, a poche ore dalla fiducia al nuovo Governo, sul tema senza dubbio più divisivo in materia di giustizia. Carlo Calenda, leader di Azione, spiega che «per facilitare la partenza del Governo Draghi e in segno di rispetto verso il nuovo ministro della Giustizia, Cartabia, abbiamo deciso con Enrico Costa, di congelare l’emendamento sulla prescrizione». Gli fa eco Lucia Annibali di Italia Viva, tra i maggiori sponsor del nuovo Esecutivo, che sottolinea come «non vogliamo certo creare difficoltà, poi valuteremo il da farsi anche all’interno di un ragionamento di maggioranza. Auspichiamo che questi temi siano comunque all’attenzione del Governo».

Bene commenta Alfredo Bazoli, capogruppo pd in commissione Giustizia alla Camera: «non è più il tempo delle prove di forza, dei blitz, delle esibizioni muscolari. Siamo dentro una fase politica nuova, occorre deporre le armi e le bandiere ideologiche e affrontare i temi della giustizia in modo condiviso e pragmatico. Siamo certi sarà questo l’approccio della ministra Cartabia, cui offriamo la massima collaborazione. A partire proprio dal tema della prescrizione, che oggi, per quasi unanime opinione, non ha una disciplina convincente, e dovrà trovare una più esauriente definizione all’interno della riforma del processo penale».

Già, la riforma del processo penale, dove la nuova fase politica che si è aperta ha fatto via via slittare i termini per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge depositato da Bonafede, per il quale si attendono le mosse della nuova amministrazione. È lì infatti che è collocato quel lodo Conte Bis che, facendo leva sulla distinzione tra assolti e condannati, prova a sterilizzare alcuni degli effetti della Bonafede. Cartabia dovrà decidere cosa fare, valutando se sposare l’impianto del progetto della precedente maggioranza oppure correggerlo anche profondamente, ma allora i tempi che già si sono allungati per un’ampia serie di audizioni potrebbero dilatarsi ulteriormente.

Come pure, e la notizia di ieri sul sì del Tar ai ricorsi contro la nomina di Michele Prestipino a capo della procura di Roma in qualche modo ne rilancia l’urgenza, la nuova maggioranza e Cartabia dovranno decidere se e in che modo condurre in porto la riforma dell’ordinamento giudiziario, sulla quale però le distanze sembrano essere assai minori.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©