Amministrativo

Convertibile anche il permesso di soggiorno per cure mediche per gravi condizioni psico-fisiche o gravi patologie

Nel testo finale del decreto Sicurezza una nuova ipotesi di titolo “trasformabile” in permesso per motivi di lavoro

di Camilla Vitali

Anche il permesso di soggiorno ottenuto in Italia per cure mediche per «gravi condizioni psico-fisiche o derivanti da gravi patologie» può ora essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Lo prevede il testo finale del decreto legge sicurezza (130/2020), che, durante il percorso parlamentare per la conversione in legge (173/2020, in vigore dal 20 dicembre), ha imbarcato questa nuova ipotesi di convertibilità dei permessi di soggiorno, che si aggiunge alle altre già previste dalla normativa fin dal varo in Consiglio dei ministri.

Più precisamente, con il decreto legge è stata introdotta la possibilità di convertire in permesso di soggiorno per motivi di lavoro alcune tipologie di permessi in precedenza eslcusi, e segnatamente:

a) protezione speciale, ad eccezione dei casi in cui sono intervenute le cause di diniego o di esclusione della protezione internazionale;

b) calamità;

c) residenza elettiva;

d) acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, ad eccezione dei casi in cui lo straniero era già precedentemente in possesso di un permesso per richiesta di asilo;

e) attività sportiva;

f) lavoro di tipo artistico;

h) assistenza di minori, come previsto dall’articolo 31, comma 3, Testo unico immigrazione.

In fase di conversione in legge è stata poi aggiunta, quale ulteriore ipotesi al punto h-bis), la possibilità di conversione per il permesso di soggiorno previsti dall’articolo 19, comma 2, lettera d-bis, Testo unico immigrazione come rivisitato dal decreto legge: ovvero cure mediche per «gravi condizioni psico-fisiche o derivanti da gravi patologie», accertate mediante idonea documentazione rilasciata da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, tali da determinare un rilevante pregiudizio alla salute degli stessi, in caso di rientro nel Paese di origine o provenienza.

Novità di rilievo, in quanto consente non solo di lavorare ma anche di ottenere un permesso per lavoro ad esempio a tutte quelle persone affette da patologie anche croniche o comunque con lungo decorso, consentendo loro una prospettiva di soggiorno stabile.

Più in generale, il complessivo intervento in punto convertibilità dei permessi apre una via di non poco conto, volta a favorire la stabilizzazione di un ampio numero di persone straniere che altrimenti continuerebbero a essere in una situazione di “precarietà”, così permettendo anche di arginare la possibile formazione di “sacche” di irregolarità.


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