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Commercialisti / AIDC Milano lancia l'allarme: con il processo tributario telematico si prospetta un insopportabile squilibrio nell'accesso alle sentenze digitali: pieno accesso per l'Agenzia delle Entrate e accesso limitato per il contribuente

Ginevra: "È necessario garantire il principio di parità delle parti e consentire il pubblico accesso alle sentenze tributarie"


L'introduzione obbligatoria, dal 1° giugno 2021 in tutta Italia, del Processo Tributario Telematico (PTT) e la redazione digitale delle sentenze tributarie rischiano di causare una grave violazione del principio di "parità fra le parti" nelle liti fiscali.

"Com'è noto – dichiara Edoardo Ginevra, presidente di AIDC Milano – la piattaforma digitale del Processo Tributario Telematico è gestita da SOGEI e, oltre ai giudici e ai segretari delle Commissioni tributarie, hanno accesso agli atti del fascicolo e alle sentenze soltanto le parti del processo. Questo significa che una delle due controparti (il contribuente) ha accesso soltanto al suo fascicolo; mentre l'altra parte (Agenzia delle Entrate), partecipando a tutti i giudizi tributari, può avere accesso a tutti i fascicoli di causa".

È quindi evidente il potenziale vantaggio competitivo dell'Agenzia delle Entrate nell'accesso alle informazioni e il conseguente insopportabile squilibrio nel processo tributario , lo comunica una nota di AIDC - Sezione di Milano.

A giudizio di AIDC Milano, l'accesso limitato esclusivamente all'Agenzia delle Entrate di tutta la giurisprudenza delle Commissioni Tributarie, con la conseguente lesione del principio di parità fra le parti del processo, comporterebbe una violazione dell'art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e degli artt. 3 e 24 della Costituzione Italiana.

"Chiediamo per questo – aggiunge Ginevra – un intervento immediato per consentire anche al contribuente il pubblico accesso a tutte le sentenze delle Commissioni tributarie ".

Ogni problema di riservatezza è, a parere di AIDC Milano, concretamente risolto dal recente decreto ministeriale che disciplina le sentenze tributarie "digitali" allorché prevede, all'art. 4 del DM 6 novembre 2020, che "ai fini della redazione del provvedimento giurisdizionale digitale collegiale l'applicativo PGD consente di disporre l'oscuramento dei dati personali, ai sensi dell'articolo 52 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 recante il Codice in materia di protezione dei dati personali".

"Promuovere il pubblico accesso a tutte le sentenze tributarie è una necessaria battaglia di civiltà giuridica", aggiunge Ginevra . "Dopo la fine della fase emergenziale – conclude il presidente di AIDC Milano – si preannuncia peraltro l'arrivo di un'ondata di atti e cartelle e, conseguentemente, di contenziosi tributari nei quali va assolutamente garantito il pieno esercizio del diritto alla difesa da parte del contribuente anche garantendogli il pieno accesso a tutte le sentenze".

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