Civile

Via libera definitivo al decreto su crisi di impresa e risanamento aziendale

Il testo è stato approvato da Montecitorio con 341 voti a favore

La Camera ha approvato il disegno di legge S. 2371 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, recante misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia, già approvato dal Senato (A.C. 3314).

La norma apporta delle correzioni alla legge fallimentare; dispone, tra l'altro, il rinvio al 16 maggio 2022 dell'entrata in vigore del nuovo Codice della crisi d'impresa (mentre le disposizioni sulle procedure di allerta scatteranno da fine 2023). Tra le innovazioni, l'obbligo dell'adozione del sindaco nelle Società a responsabilità limitata viene attestato al momento dell'approvazione dei bilanci 2022, e viene introdotto lo strumento della composizione negoziata della crisi, da attivare su domanda dell'imprenditore assistito da un esperto 'terzo' con l'obiettivo di evitare il fallimento.

"Il Ddl ha l'obiettivo di contrastare quegli effetti, acutizzati dalla pandemia, che hanno prodotto un peggioramento per molte attività economiche del Paese". È quanto afferma in una nota Roberto Cataldi, deputato del Movimento 5 Stelle, componente della commissione Giustizia. "La situazione è diventata particolarmente critica - aggiunge - soprattutto in zone geolocalizzate importanti. Mi riferisco alle Aree di crisi industriali complesse, ce ne sono 14 in Italia, e alle zone colpite dal sisma". "Il provvedimento che abbiamo approvato dovrà permettere di 'salvare' le aziende, consentendo di uscire dallo stallo causato dalla crisi".

Per il capogruppo dem in commissione Giustizia alla Camera, Alfredo Bazoli: "È corretto rinviare a causa della pandemia l'entrata in vigore del Codice della crisi e, in particolare, delle misure d'allerta. E sosteniamo l'idea di anticipare l'entrata in vigore di alcuni strumenti innovativi previsti dal Codice della crisi. Certamente, però, non siamo entusiasti dell'iter di approvazione. Il Codice della crisi aveva ed ha obiettivi ambiziosi: per il superamento della legge Fallimentare del 1942 e di tutte le sue stratificazioni successive; e per permettere l'emersione tempestiva delle crisi d'impresa".

"Correttamente – afferma la deputata di Forza Italia, Claudia Porchietto - si sono posticipate questioni come l'allerta esterna, concentrandosi su strumenti innovativi di aiuto concreto come la composizione negoziale. Sono infatti proprio le piccole e medie imprese a conduzione familiare, ossatura del nostro sistema, a tardare nel chiedere aiuto in una fase in cui quell'aiuto può essere ancora decisivo per evitare il fallimento. La natura volontaristica di questo strumento consente all'imprenditore di percepire la presenza dello Stato come amica e non imposta. Consente inoltre all'imprenditore di rimanere Dominus della propria azienda".

Si è astenuto invece Fratelli d'Italia. "Condividiamo la proroga per l'entrata in vigore del codice sulla crisi di impresa – ha affermato il deputato Ciro Maschio - ma riteniamo inspiegabile la bocciatura del nostro emendamento sulla insolvenza incolpevole".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©