Professione e Mercato

Studi certificati grazie a sostenibilità e digitale

di Valeria Uva

Avvocati e commercialisti potranno decidere di certificarsi con una norma tecnica loro riservata per la gestione del rischio e per la sostenibilità. È operativa, infatti la norma Uni 11871:2022 promossa, oltre che dall’ente di normazione tecnica anche da Asla, l’associazione degli studi legali associati. Per ottenere la certificazione di qualità, che potrebbe portare punteggi premiali nelle gare e una riduzione dei costi delle polizze, gli studi devono impegnarsi lungo varie direttrici. Tra queste, la sostenibilità ambientale, con la digitalizzazione e dematerializzazione dei documenti, l’utilizzo di materiali riciclati ed ecosostenibili di fonti energetiche rinnovabili.

Dal punto di vista lavorativo, i principi di sostenibilità si concretizzano nella facilitazione delle modalità di svolgimento dei compiti anche a distanza, favorendo il diritto alla disconnessione per i professionisti e il personale. Infine, sul piano sociale vengono valorizzati gli interventi pro bono e le policy di pari opportunità e inclusività. Per il presidente di Cassa forense, Valter Militi, la norma va fatta conoscere anche perché  l’ente «ha messo in campo, lo scorso anno, due bandi per sostenere le spese affrontate dagli studi per dotarsi di un modello organizzativo o di certificazione Uni ma i risultati in termini di partecipazione non sono stati esaltanti». Secondo Giovanni Lega, alla guida di Asla «ogni studio, in qualsiasi modo costituito, in forma individuale o associata, che sia già attivo oppure di nuova costituzione, troverà nella norma le indicazioni per operare con successo e gestire al meglio i propri rischi e le opportunità».

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