Professione e Mercato

Negozio con vetrina per tagliare le spese

di Madela Canepa

I dubbi sulla location sono tanti e spesso si sommano alle preoccupazioni economiche che sempre riguardano l’avvio di un’attività, qualsiasi essa sia.

Nella complessità di un mercato altamente concorrenziale come quello attuale, anche le regole più sicure possono essere sovvertite. Ma le domande, per chi non ha alle spalle un marchio importante e deve scegliere avendo di fronte la vastità e complessità di una metropoli, restano: meglio una zona centrale, medio centrale o, ancora, la periferia? Meglio il classico e riservato studio a un piano basso o il più prosaico negozio con vetrina? E che dire del co-working, la nuova formula di condivisione degli spazi?

«Stiamo parlando di una categoria non particolarmente predisposta al cambiamento – spiega Silvia Pavone, senior partner di Marketude -. Se penso ai grandi studi, ad esempio, a Milano non mi risulta che nessuno si sia spostato nel nuovo e prestigioso quartiere di Porta Nuova, dove molte aziende e banche hanno portato i loro uffici. A Roma molti studi top sono ai Parioli, quartiere prestigioso, ma scomodo dal punto di vista logistico».

Eppure, oggi, la collocazione è un importante elemento del posizionamento marketing dello studio e in tal senso va considerata e pianificata. Alcune risposte arrivano proprio dal mercato e dalle tendenze più recenti. Risposte mosse da due priorità: la necessità di comunicarsi e quella di razionalizzare i costi fissi.

La soluzione del negozio
«Un fenomeno evidente nelle periferie di città come Milano, Roma o Torino – dice Domenico Cito, affiliato Tecnocasa Immobili per l’Impresa –, praticata soprattutto dagli avvocati, ma buona per tutti i professionisti, è la scelta del negozio. Grazie alla vetrina e all’affaccio su strada garantisce visibilità e approccio diretto. A parità di metratura, costi più che dimezzati rispetto alle classiche location in zone medio centrali». Una strategia sfidante quella che suggerisce questa scelta e che però pare non piacere, almeno per ora, in provincia, dove si preferisce la riservatezza di uno studio affacciato sul cortile o collocato a un primo piano. E che la dice lunga su come anche gli studi professionali stiano cambiando il loro approccio a un mercato nel quale, appunto, visibilità, accessibilità e comunicativa valgono oro.

Nell’ottica del mercato globale e iper competitivo è il professionista a cercare il cliente e a facilitare il contatto (soprattutto con quelli stranieri o meno avveduti) e non viceversa. «Basti pensare – aggiunge Cito – che, considerando i soli avvocati, a Milano sono attivi un professionista ogni 500 abitanti…».

Spazi condivisi
E se la collocazione non può esulare dagli ambiti elettivi della categoria cui si appartiene, la condivisione degli spazi con altri professionisti è la via praticata. «La razionalizzazione dei costi fissi oggi è una priorità assoluta per tutti, a maggior ragione per chi non ha le spalle larghe – continua Cito -. Con uno sviluppo del lavoro che può anche essere discontinuo, la condivisione è diventata un must».

Quanto al coworking, Silvia Pavone, consiglia ai professionisti debuttanti di prenderlo in considerazione quando offre anche spazi a uso esclusivo: «Oltre al vantaggio della condivisione delle spese, offrono la possibilità di scambio e di networking». Perché anche la scelta della location, per chi debutta, deve contenere elementi di innovazione, tracce della voglia di scommettere. «La proattività, caratteristica che mi aspetterei da un giovane professionista – conclude l’esperta di Marketude -, si ritrova anche nella scelta di collocarsi in ambiti in fase di riqualificazione ed emergenti come, a Milano, NoLo o l’Ortica, a Roma il Pigneto o Testaccio. E nella stessa ottica, punterei su una sede moderna con buone infrastrutture tecniche».

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