Giustizia

Riforma del processo civile, si apre la partita dell'attuazione

Pubblicati in «Gazzetta» i decreti per ridurre i tempi e l'arretrato. Dal digitale alla mediazione numerosi i provvedimenti per completare l'intervento<br/> <br/>

di Giovanni Negri

Una tabella di marcia in più tappe. Con l'approdo in «Gazzetta» dei decreti di riforma sia del processo civile (decreto legislativo n. 149 del 10 ottobre 2022) sia di quello penale (decreto legislativo n. 150 del 10 ottobre 2022) si chiude con i crismi dell'ufficialità la fase più politica degli interventi sulla giustizia in chiave Pnrr. Si apre nello stesso tempo però quella dell'attuazione e della disciplina della fase transitoria. E se sulla prima è soprattutto la giustizia civile a essere interessata dal maggior numero di provvedimenti attuati, quanto alla seconda è il fronte penale a essere il più coinvolto. Una fase quella che prende avvio in queste ore decisiva per consolidare e rafforzare i primi risultati, abbastanza incoraggianti, sia sulla diminuzione della durata dei processi sia sulla contrazione dell'arretrato.

Nel settore civile (dove la gran parte delle novità è destinata a entrare in vigore dal 30 giugno 2023), infatti, sono numerosi i decreti ministeriali che dovranno essere approvati nelle prossime settimane su snodi cruciali dell'intervento. A partire dalle corpose modifiche al processo telematico per il quale è previsto che dovrà essere un decreto del ministero della Giustizia, dopo avere sentito sia il Csm sia il Consiglio nazionale forense, a definire gli schemi informatici degli atti giudiziari con la precisazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo e a stabilire le misure organizzative per l'acquisizione, la gestione e la conservazione delle copie cartacee e per la riproduzione su supporto analogico degli atti depositati con modalità digitali. Il medesimo decreto, aggiornato ogni due anni, dovrà poi definire i limiti degli atti processuali, tenendo conto del valore e della complessità della causa, del numero delle parti e degli interessi coinvolti.
Alla Direzione dei sistemi informativi del ministero poi il compito individuare e regolare i collegamenti a distanza per rendere possibile la stabilizzazione delle videoudienze e sempre un provvedimento della medesima Direzione dovrà disciplinare l'Elenco nazionale dei consulenti tecnici.

In materia di mediazione e di negoziazione assistita, entro aprile, toccherà poi a un decreto interministeriale (Giustizia e Mef) stabilire gli importi spettanti all'avvocato della parte ammessa al patrocinio a spese dello Stato a titolo di onorario e spese. Con lo stesso provvedimento dovranno essere determinate le modalità di liquidazione e di pagamento che potranno anche prevedere il riconoscimento di un credito d'imposta. Un altro decreto, ma con medesimo termine, dovrà poi stabilire le modalità di riconoscimento dei crediti d'imposta a favore delle parti, uno degli strumenti che più deve incentivare l'utilizzo delle adr, la documentazione che deve accompagnare la richiesta e i controlli sulla sua autenticità.
A un provvedimento triministeriale (Giustizia, Mef e Sviluppo economico) è poi affidato il compito di delineare la formazione, le regole deontologiche e le tariffe applicabili per l'attività di mediatore familiare. Sempre sul diritto di famiglia, toccato in maniera significativa dalla riforma un provvedimento del Direttore generale dei sistemi informatici della Giustizia dovrà individuare e regolare le modalità del collegamento da remoto

Tra le novità sul versante dell'esecuzione, l'istituzione di una banca dati delle aste giudiziarie, con i dati identificativi degli offerenti del conto bancario o postale utilizzato per versare cauzione e prezzo di aggiudicazione oltre alle relazioni di stima: le modalità di acquisizione dei dati, di inserimento nella banca dati e di vigilanza da parte della giustizia sono affidate anche in questo caso a un decreto interministeriale.

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