Professione e Mercato

Compensi degli avvocati, il decreto di riforma va verso la Gazzetta

Il provvedimento, dopo il parere favorevole delle commissioni parlamentari, è stato firmato dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia ed è ora alla Corte dei conti in attesa della registrazione

di Valentina Maglione

È agli ultimi passaggi, prima dell’entrata in vigore, il progetto di revisione dei parametri forensi. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha infatti firmato il decreto ministeriale che aggiorna e integra le tabelle e i criteri per liquidare i compensi agli avvocati, contenuti nel decreto ministeriale 55 del 2014. Il testo del nuovo decreto è ora all’esame della Corte dei conti: dopo la registrazione, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il documento, elaborato nei mesi scorsi dal ministero della Giustizia in base alla proposta formulata dal Consiglio nazionale forense e su cui si è pronunciato, con parere, il Consiglio di Stato, è stato presentato a maggio alle commissioni competenti di Camera e Senato, che hanno dato parere favorevole.Tra le novità contenute nel nuovo decreto c’è il debutto dei compensi a tempo, quantificati con una “forbice” che va da un minimo di 200 euro a un massimo di 500 per ciascuna ora o frazione di ora superiore ai 30 minuti. Inoltre, si prevede l’aumento generalizzato del 5% dei compensi, e salgono di più quelli per le procedure di soluzione stragiudiziale delle liti. Le tabelle per mediazione e negoziazione assistita si articolano in tre fasi: attivazione, negoziazione e conciliazione. I valori per la conciliazione salgono di oltre il 30% rispetto al decreto 55. Se si arriva all’accordo, anche i compensi per le prime due fasi crescono del 30 per cento.

I parametri, a differenza delle vecchie tariffe, non vincolano avvocato e cliente: la pattuizione del compenso è libera, come precisa la legge sulla professione forense, la 247 del 2012, che ha previsto i parametri per i casi in cui il compenso non è determinato in forma scritta, se non è stato deciso consensualmente e quando a liquidare la parcella è il giudice. Ma i parametri possono anche rappresentare in via più generale un punto di riferimento per stilare le parcelle, dato che la stessa legge professionale dispone che la conformità a questi valori è uno dei criteri per valutare se sia equo il compenso pattuito dagli avvocati con i clienti “forti” (banche, assicurazioni e grandi imprese).

È sempre la legge 247 del 2012 a prevedere che i parametri debbano essere indicati da un decreto del ministro della Giustizia su proposta del Cnf, da aggiornare periodicamente (ogni due anni, per la legge). In realtà, il decreto 55 del 2014, che ha introdotto i parametri, è stato modificato una prima volta con il decreto 37 del 2018 e il nuovo aggiornamento è in arrivo ora.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©