Amministrativo

Recupero rifiuti, registro autorizzazioni al via

di Paola Ficco

Debutta oggi il Recer, registro per la raccolta centralizzata delle autorizzazioni al recupero dei rifiuti. La data è stata individuata dal ministero della Transizione ecologica, con comunicato sul proprio sito diretto alle autorità competenti per il rilascio del documento. Da oggi, 30 settembre tali autorità, mediante il portale Recer (scrivaniarecer.monitorapiani.it), dovranno comunicare «al momento del rilascio» le nuove autorizzazioni emesse, riesaminate e rinnovate per l’End of waste e gli esiti delle procedure semplificate avviate per l’inizio delle operazioni di recupero. L’accesso al portale è riservato al personale abilitato di ministero, enti territoriali competenti per le autorizzazioni, Ispra e Arpa. Da oggi, inoltre, l’Ispra trasmette al registro le autorizzazioni End of waste che le autorità le hanno inviato.

Il Recer è stato disciplinato con il Dm 21 aprile 2020, in attuazione dell’articolo 184-ter, comma 3-septies, del decreto legislativo 152/2006. Il sistema del nuovo registro non ha valenza gestionale per le imprese ma rappresenta uno strumento formidabile per l’efficienza della Pa che deve occuparsi della piena realizzazione del recupero dei rifiuti, uno dei principali obiettivi dell’economia circolare. Infatti, non solo semplifica i controlli a campione di Ispra, o Arpa delegata, sull’End of waste ma va anche usato da Ispra per comunicare annualmente al Mite i dati di controlli effettuati sul sistema autorizzatorio per il recupero. Inoltre, per garantire l’uniformità nazionale delle autorizzazioni, i dati del Registro sono a disposizione delle autorità competenti anche per l’istruttoria dei procedimenti per il recupero. Il ministero poi potrà usarli per definire i criteri nazionali sull’End of waste.

Al registro devono affluire tutte le autorizzazioni ordinarie (anche Aia) e gli esiti delle procedure semplificate concluse per il recupero dei rifiuti da cui derivano End of Waste o materie prime secondarie (Mps); per questo è organizzato in due sezioni. Il Recer è “interoperabile” con il Catasto rifiuti (cui vanno i dati Mud) e con il registro elettronico nazionale per il tracciamento dei rifiuti. Il che, in prospettiva, potrebbe rendere inutile il Mud.

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