Penale

Ddl penale, Cartabia da Draghi: si cerca la mediazione su mafia e terrorismo

Nuovo incontro in corso in queste ore tra la Ministra Guardasigilli e il Presidente del Consiglio

La ministra della Giustizia Marta Cartabia è a palazzo Chigi per un incontro con il premier Mario Draghi. Sul tavolo la riforma del processo penale, mentre in queste ore il capo politico in pectore del M5S, Giuseppe Conte, incontrando i parlamentari grillini a Montecitorio, ha ammesso che sarebbe difficile votare la riforma targata Cartabia se il testo rimanesse fedele a quello uscito dal Cdm.

È fermo dunque in commissione Giustizia alla Camera il Ddl delega atteso per venerdì prossimo nell'aula di Montecitorio. Oggi, dopo una nuova riunione dell''ufficio di presidenza, la commissione dovrebbe procedere con i primi voti sulle proposte di modifica presentate dai partiti al testo votato dal Consiglio dei ministri. Si procederà con l'esame di circa 400 emendamenti 'segnalati, cioè scelti dai gruppi come prioritari sui circa 1.630 depositati.

Il pressing M5S per fare in modo che l'improcedibilità non metta a rischio i giudizi sui reati legati alla mafia e al terrorismo trova uno spiraglio tra via Arenula e palazzo Chigi. I contatti sono costanti e la linea viene condivisa in un incontro avvenuto nella giornata di ieri sempre tra Mario Draghi e Marta Cartabia.

Su queste due materie, viene spiegato, ci sono già corsie "preferenziali", perché c'è già l'improcedibilità per reati puniti con ergastolo e poi perché quasi sempre si tratta dui processi con detenuti, che hanno sempre la precedenza.

La trattativa comunque è in corso e dovrà presto tradursi in una proposta di modifica messa nero su bianco. La mediazione viene apprezzata dai pentastellati e potrebbe consentire a Giuseppe Conte, che oggi inizierà un giro di incontri con le commissioni parlamentari per sondare gli umori e tracciare la ritta, di tenere insieme i gruppi.

Anche gli altri partiti, però, premono per portare a casa alcuni "miglioramenti" alla riforma.
FI resta sulle barricate. Gli azzurri, sostenuti da Lega e FdI, hanno presentato ricorso al presidente della Camera sulle inammissibilità decretate dal presidente della commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni (M5S) circa la possibilità di allargare il perimetro della riforma del processo penale anche all'abuso di ufficio. L'attesa della decisione di Roberto Fico ha fatto slittare i lavori della commissione di 24 ore.

I Dem non apprezzano: "La richiesta avanzata da Forza Italia, sostenuta ambiguamente dalla Lega, di far entrare nella riforma temi che con il processo penale non c'entrano, rischia di far naufragare tutto", dice senza mezzi termini Franco Vazio, relatore della riforma. "

L'unico che vuole arrivare fino in fondo è il Pd. Tutti gli altri o per un verso o per un altro si mettono di traverso", gli fa eco il capogruppo Pd in commissione Alfredo Bazoli. Chi tiene i contatti con Enrico Letta, in ogni caso, si dice soddisfatto del risultato fin qui portato a casa.

"Sulla riforma della giustizia decide Draghi: se vuol mettere la fiducia noi la votiamo - taglia corto Matteo Renzi - se andiamo in Parlamento le modifiche saranno peggiorative dal punto di vista dei grillini. Tutto ciò che ci porta lontano dalla riforma Bonafede è un passo in avanti".

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