Penale

Sulla violenza domestica indagini in tempi più veloci

Approvato dal Senato il testo del disegno di legge che corregge il Codice rosso. Scatta l’avocazione se il pm non sente in 3 giorni la vittima del reato

di Giovanni Negri

Avocazione delle indagini da parte del procuratore in caso di inerzia del Pm sui reati previsti dal Codice rosso. Il Senato ha infatti approvato il disegno di legge, che ora passa all’esame della Camera, targato Lega, che rivede e corregge alcuni punti della legge contro la violenza alle donne approvata nel 2019. Su iniziativa della senatrice leghista Giulia Bongiorno, il provvedimento di fatto rimedia a un obbligo previsto nel Codice rosso ma spesso disatteso e cioè che il pm senta, entro tre giorni, la persona vittima di violenze in casa o di genere (o che li denuncia). Con la nuova legge, se ciò non avviene, il procuratore della Repubblica può revocargli il procedimento (con atto motivato) e intervenire nell’ascolto della presunta vittima. Tranne se c’è la necessità di tutelare i minori o per la riservatezza delle indagini.

I reati di violenza domestica o di genere (consumati o tentati) richiamati dalla norma sono, nel dettaglio:

omicidio;

maltrattamenti contro familiari e conviventi;

violenza sessuale, aggravata e di gruppo;

atti sessuali con minorenne;

corruzione di minorenne;

atti persecutori;

lesioni personali aggravate e deformazione dell’aspetto della persona attraverso lesioni permanenti al volto.

Entro tre giorni dalla comunicazione della revoca, il pubblico ministero può presentare osservazioni scritte al procuratore. Revocata l’assegnazione, il procuratore è tenuto, direttamente o attraverso assegnazione a un altro magistrato dell’ufficio, a provvedere senza ritardo ad assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha presentato denuncia, querela o istanza.

In base alla modifica proposta il procuratore generale presso la corte di appello è tenuto ogni tre mesi ad acquisire dalle procure della Repubblica del distretto i dati sul rispetto del termine entro cui devono essere assunte informazioni dalla persona offesa e da chi ha presentato denuncia, querela o istanza nei procedimenti per i delitti di violenza di genere e domestica, nonché a inviare al procuratore generale presso la Cassazione una relazione almeno semestrale.

E ieri la commissione Giustizia del Senato ha incardinato l’esame di altri due disegni di legge per contrastare la violenza domestica, uno in quota Pd e un altro del Terzo polo. Entrambi puntano a rafforzare le misure di prevenzione e di contrasto di un fenomeno che i dati disponibili segnalano in netta crescita.

Il testo messo a punto dai Dem punta, si spiega nella relazione, a «colmare le lacune esistenti» nella normativa di contrasto alla violenza contro le donne, in particolare proponendo «ulteriori misure di carattere preventivo» per «meglio tutelare la vittima nelle fasi preliminari delle indagini, laddove è più esposta all’accanimento vendicativo del suo persecutore».

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