Uber Pop, sanzioni anche senza ok europeo
Uno Stato Ue può punire
La multinazionale era stata denunciata proprio per aver organizzato un sistema che mette in contatto i clienti con conducenti che, pur non essendo professionisti e utilizzando le vetture di loro proprietà, trasportano persone a titolo oneroso. Davanti al Tribunale di Lilla, Uber France ha argomentato che la denuncia deriva da una regola tecnica che riguarda un servizio della società dell’informazione e che come tale va notificata alla Commissione Ue. Così i giudici francesi hanno investito della questione la Corte Ue.
Secondo l’Avvocato generale, indipendentemente dalla questione se il servizio Uber Pop rientri o meno nella direttiva, le sanzioni sono applicabili: l’obbligo di notifica scatta solo per le regole tecniche mirate a disciplinare l’accesso ai servizi della società dell’informazione e il loro esercizio. Peraltro, il servizio rientra nel settore trasporti, come l’Avvocato ha già affermato l’11 maggio nella causa Uber Spain.
Quest’ultimo principio, se confermato dalla Corte, peserà sui contenziosi in corso su Uber Black, il servizio con autisti professionisti (in Italia dotati di licenza di Ncc,
Nel frattempo, però, il quadro normativo si sta evolvendo. Anche in Italia, dove probabilmente si avvia all’approvazione definitiva il Ddl concorrenza, che contiene anche la delega al Governo per riformare il settore (secondo linee ancora non chiare). Finlandia, Lettonia ed Estonia hanno invece introdotto norme che di fatto mettono i servizi Ncc sullo stesso piano dei taxi.
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di Claudio Finanze, Stefania Gestra*