Giustizia

Csm, mediazione in salita per evitare il voto di fiducia

<span class="argomento">Riforma della giustizia. </span>Draghi: «Serve la collaborazione di tutte le forze politiche per arrivare a un compromesso ragionevole». Ancora pochi progressi in commissione

di Giovanni Negri

Maggioranza ancora in ordine sparso sulla riforma di Csm e ordinamento giudiziario. E in serata è arrivato il monito del premier. Mario Draghi è tornato così a sottolineare di avere promesso di non mettere la fiducia, esortando nello stesso tempo i partiti a trovare un accordo: «Io ho promesso in consiglio dei ministri di non mettere fiducia sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura; spero di mantenere fede alla promessa. Spero che tutte le forze politiche prendano atto di questo segnale e si mostrino collaborative nel giungere a una soluzione per un compromesso che deve tuttavia essere ragionevole».

Certo però che se l’intesa mancasse, visto che il testo è atteso in Aula il 19, il tema della fiducia, forse possibile su un maxiemendamento del Governo che accorpi tutte le proposte approvate, peraltro all’unanimità, in Consiglio dei ministri poche settimane fa, tornerebbe di attualità. Enrico Costa di Azione, tuttavia, ricorda che la fiducia andrebbe piuttosto messa, paradossalmente, sul testo dell’orginario disegno di legge Bonafede, approvato da un altro Esecutivo.

E di mediazione difficile, posizioni agli antipodi, filo del rasoio, equilibrio precario, con un discreto campionario di espressioni preoccupate, ha parlato il presidente della commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni (5 Stelle) nel fare il punto, a sera, sullo stato dei lavori sulla riforma.

Ieri, seconda giornata di votazioni, i progressi sono stati pochi. «Siamo sempre all’inizio - ha spiegato Perantoni - perché abbiamo appena cominciato a votare qualche emendamento dell’articolo 2, abbiamo però ancora degli emendamenti accantonati. I lavori procedono a rilento perché il tema è delicato, stiamo cercando di raggiungere un’intesa collettiva ma non è facile. Le posizioni politiche sono agli antipodi e la mediazione è estremamente difficile».

Oggi la riunione della commissione è stata annullata per consentire ai capigruppo di partecipare senza vincoli di tempo al nuovo vertice della maggioranza con la ministra Marta Cartabia. Perantoni però insiste: «Dobbiamo cercare di far sì che i tempi del 19 vengano rispettati. Come deadline ci siamo dati martedì mattina, dipende dalla riunione di domani (oggi, ndr). È un equilibrio molto precario, camminiamo sul filo del rasoio. Se questo filo si dovesse rompere non so quanto si possa arrivare a chiudere un testo in commissione».

Intanto, nel merito, la giornata di ieri ha visto respingere, in tema di sorteggio, emendamenti che puntavano a inserirlo nelle nomine per gli incarichi direttivi e semidirettivi. Prevedevano infatti che il Consiglio superiore della magistratura, esaurite le procedure di valutazione, indicasse una terna di candidati idonei per l’assegnazione dell’incarico in caso di numero di aspiranti sino a dodici e una quaterna di candidati in caso di numero di aspiranti superiore a dodici, tra le quali scegliere il vincitore sarà prescelto per sorteggio. In dichiarazione di voto il capogruppo di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, che invece sostiene il sorteggio temperato per l’elezione del Csm, ha annunciato il voto contrario del suo gruppo perché l’emendamento «non premia la meritocrazia».

Tensione anche sulla proposta di allineamento , nel contesto della disciplina dei fuori ruolo e degli incarichi direttivi, tra la magistratura amministrativa e contabile e quella ordinaria. La riformulazione del Governo che escludeva l’allineamento è stata considerata insoddisfacente dai capigruppo della maggioranza e quindi, almeno per ora, accantonata.

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