Amministrativo

Nei Tar e al Consiglio di Stato uffici del processo contro l’arretrato

Dovranno applicare le linee guida in vigore dal 9 agosto per smaltire le 174mila cause pendenti a fine 2019

di Antonello Cherchi

Da oggi gli uffici del processo dei Tar e del Consiglio di Stato scendono in campo nella lotta all’arretrato, attività a cui dovranno dedicarsi in maniera esclusiva. Lo dovranno fare selezionando i ricorsi più datati, raggruppando quelli su identiche tematiche, predisponendo documenti e schede che siano di aiuto ai magistrati. Le cause più vecchie saranno decise nel corso di udienze straordinarie, che potranno anche aggiungersi a quelle già normalmente previste, a cui i giudici parteciperanno in maniera volontaria e rigorosamente da remoto anche ora che i processi amministrativi sono ritornati in presenza.

L’obiettivo è dare un energico taglio ai 174mila ricorsi pendenti al 31 dicembre 2019 tra Tar e Consiglio di Stato, linea di demarcazione scelta per individuare le cause più vecchie. Un fardello che negli anni è comunque progressivamente diminuito, se si pensa che poco più di un decennio fa si arrivava a oltre 600mila cause pendenti e lo scorso anno si è scesi ulteriormente, rispetto al 2019, a 158mila ricorsi in attesa di giudizio.

La battaglia contro l’arretrato, dunque, non è affare di oggi. Il Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) l’ha, però, rinvigorita per arrivare ad avere tempi processuali in linea con quelli europei. E questa volta si scommette sull’ufficio del processo, che dovrà muoversi secondo le linee guida messe a punto dal presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, sulla scia di quanto previsto dal decreto legge sull’attuazione del Pnrr (il Dl 80 di giugno). Linee guida pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale 183 del 2 agosto e in vigore da oggi.

Arrivano i rinforzi

Proprio il decreto legge 80 ha anche voluto rafforzare la struttura dell’ufficio del processo in otto uffici giudiziari più gravati dall’arretrato. Si tratta delle sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato e di sette Tar: quello del Lazio (sede di Roma), della Lombardia (sede di Milano), del Veneto, della Campania (entrambe le sedi di Napoli e Salerno) e della Sicilia (anche in questo caso tutte e due le sedi, Catania e Palermo). Per queste realtà è stato previsto il reclutamento di 326 addetti amministrativi, statistici e informatici, da attuare in due tranche (la prima è già in corso e riguarda 168 persone) e da assumere con un contratto di 30 mesi a partire dal prossimo gennaio.

Negli altri uffici giudiziari la lotta all’arretrato verrà, invece, portata avanti con le forze di cui già si dispone, ovvero gli addetti assunti a suo tempo (l’ufficio del processo nella giustizia amministrativa è stato previsto dal 2016) e i tirocinanti, per esempio i laureati in giurisprudenza che hanno in animo di fare l’esame di Stato per avvocato o il concorso da notaio.

Si tratta di capire se gli uffici del processo siano effettivamente operativi e in grado di sostenere un impegno come quello chiesto ora dal Pnrr. Stando a quanto riferito in un documento presentato alla commissione Affari costituzionali e Giustizia da parte dell’Associazione dei magistrati del Consiglio di Stato nel corso dell’esame del disegno di legge di conversione del Dl 80, l’ufficio del processo non è mai veramente decollato «per mancanza di personale addetto». Dunque, prima ancora di applicare le linee guida anti-arretrato, in alcune realtà si tratterà di far funzionare meglio le strutture.

L’incubo dei tempi

“Processi lumaca”: il Pnrr intende fare in modo che la giustizia italiana si scrolli di dosso questa etichetta e possa garantire tempi più ragionevoli per arrivare a sentenza, evitando così di incorrere nelle condanne della legge Pinto.

Il fatto di avere ricorsi di vecchia data ancora in attesa di decisione alza in maniera considerevole i tempi medi del processo, anche se per la giustizia amministrativa c’è un aspetto particolare da tenere in considerazione.

Le cause possono, infatti, andare avanti se l’avvocato deposita la cosiddetta “istanza di prelievo”. In molti casi, soprattutto per i fascicoli più datati, questo non avviene e il ricorso, seppure ha perso di interesse, resta a gonfiare l’arretrato. E fa media. Anche questa è una sfida per l’ufficio del processo.

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